Curiosità

LA FACCIA NASCOSTA DELLA LUNA: UNA RICERCA ITALIANA SVELA I SUOI SEGRETI

L’astronomia è una delle scienze più interessanti ed accattivanti con cui possiamo avere a che fare durante la nostra vita. Lo studio dei corpi celesti infatti ha un fascino incredibile, ed anche un’osservazione compiuta da chi non è molto pratico, regala delle riflessioni importanti.


Certo, per entrare nei dettagli occorre però una conoscenza basica di alcuni concetti. Ad esempio, non tutti sono al corrente del fatto che il nostro satellite, cioè la Luna, mostra alla Terra solo e soltanto uno dei due lati. Questa particolarità è dovuta alla “rotazione sincrona“: quella sul proprio asse e quella attorno al nostro Pianeta hanno la medesima durata e questa combinazione ha come risultanza tale assurdità.

Lontana dalle attenzioni, fino ad oggi

“If I don’t see it I’ll be waiting for you
On the dark side of the moon”

Così cantavano i Pink Floyd nel 1973. Ovviamente l’allusione è proprio al fatto che questo lato sia nascosto, e dunque lontano da ogni riflettore. Dopo averla però finalmente osservata grazie ad alcune fotografie scattate nello spazio, oggi la faccia nascosta della Luna non è più tale.

Rimarrà per sempre invisibile all’uomo dalla prospettiva terrestre, ma grazie alla tecnologia è possibile addirittura studiarla. Il radar della missione cinese Chang’e-4 ha raccolto dati fino ad una profondità di 40 metri. Degli studiosi italiani (due dell’università di RomaTre e uno del Cnr-Irea) li hanno interpretati e pubblicati su Science Advances.

Oggi dunque siamo in grado di affermare che in questa porzione inesplorata , le caratteristiche di suolo e sottosuolo sono profondamente differenti rispetto al lato già abbondantemente studiato. Anzitutto è stata osservata una abbondante presenza di regolite lunare, sottilissima polvere di colore grigio che forma delle immense distese. Inoltre il sottosuolo sembra portare con se una moltitudini di “cicatrici“, dovute ai diversi impatti che hanno modellato la sua superficie durante miliardi di anni.

Tramite l’analisi geologica dunque si è colto che la crosta, confrontata con quella del lato già conosciuto, è molto più profonda e sostanzialmente priva di “mari”. Insomma, il mistero è risolto, ma solo in parte…

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