Con il passare degli anni, la situazione delle acque marine si fa sempre più grave. Non fatevi ingannare dalle fotografie che ritraggono le località più in voga dello stivale: queste probabilmente sono scattate in un momento di massima pulizia e non rispecchiano quella che è la realtà.
Non vogliamo fare di tutta l’erba un fascio, ma sicuramente non tutte le località marittime godono di tale cura e rispetto. La plastica è protagonista indiscussa di questa situazione allarmante: i rifiuti di questo materiale costituiscono una vera e propria condanna per l’ambiente in generale, ancora di più per quanto riguarda le spiagge. Ad esempio, nel contesto del litorale tirrenico, per un certo periodo è stato possibile trovare moltissimi dischetti plastici dalla provenienza sconosciuta.
Risolto il mistero
Si è arrivati dalla bassa Campania alla spiaggia di Feniglia, in Toscana. Come ovvio, anche nelle sabbie del Lazio è stato possibile trovare questi particolarissimi oggetti a forma di disco.
Dopo una osservazione sommaria si è arrivati alla conclusione che fossero dei filtri, ma l’origine continuava a non essere chiara. Dopo molte ricerche l’ipotesi ha trovato conferma questi provenivano da un impianto di depurazione situato nei pressi della foce del fiume Sele. Il corso d’acqua ha portato questi dischi in mare, che a sua volta li ha restituiti all’uomo invadendo le spiagge.
La capitaneria di porto assieme alla guardia costiera hanno scoperto che una vasca di questo impianto ha ceduto. Il ritrovamento è avvenuto con il metodo più semplice del mondo: sono stati seguite le tracce lasciate dalla plastica. Quando la concentrazione di dischetti è aumentata drasticamente, ci si è trovati di fronte al luogo dove ha avuto origine la dispersione.