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LA QUALITÀ DELL’ARIA INFICIA SULLA SALUTE PIÙ DI FUMO E ALCOL: LA RICERCA AMERICANA

Negli ultimi anni abbiamo finalmente capito che l’ambiente non può essere un argomento relegato in secondo piano per quanto riguarda la discussione politica. Non serve necessariamente scomodare il Coronavirus per rendere l’idea: si pensi che nelle grandi capitali in giro per il mondo, i tassi di inquinamento, fino al lockdown, sono stati in aumento per almeno un lustro.

A questo punto sorge spontaneo un ragionamento abbastanza semplice: le autorità devono comprendere che lo smog deve avere un trattamento prioritario. Trovandoci a competere spesso con restrizioni cittadine legate a movida e divertimento piuttosto che alle polveri sottili, il dubbio che la questione non sia ancora chiara ci sembra quantomeno lecito.

Due anni di vita in più

Perché accusare i giovani di abuso di alcol e fumo in qualche maniera sembra troppo facile e scontato. Non che si tratti di vizi “nobili”, assolutamente; se però le serate si svolgono in un contesto in cui l’inquinamento regna sovrano, allora c’è qualcosa che non va.

Una ricerca dell’Università di Chicago si è focalizzata proprio su questo aspetto: ogni anno aggiorna l’Air Quality Life Index. Parliamo di un parametro che misura il tempo che i cittadini guadagnerebbero in media in proporzione ai livelli di smog della zona in cui vivono. Per il 2020 questo indice racconta che in Italia si potrebbe vivere circa sei mesi in più, mentre nella zona compresa tra Pakistan e India si guadagnerebbero addirittura 5 anni. La media mondiale è di 1.9 anni pro capite.

Viene da sorridere in maniera amareggiata pensando a quanto pesano sulla nostra esistenza gli abusi di fumo e alcol: il primo in media ci priva di 1.8 anni di vita, mentre il secondo esclusivamente di 11 mesi. Fa ridere ma fa anche riflettere.

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