GLI EFFETTI DEL COVID SUL CLIMA NON BASTANO, MA CHI INIZIA BENE È A METÀ DELL’OPERA
Durante i mesi passati vi abbiamo parlato fino all’esaurimento della faccenda Coronavirus. Una realtà come quella di una pandemia globale era realmente difficile da immaginare in un contesto come quello odierno. L’uomo si è riscoperto debole: la natura non fa alcuno sconto, ed un impatto del genere deve assolutamente averci insegnato qualcosa.
Come sempre nei momenti di difficoltà smettono di esistere bandiere e nazionalità: il virus è lo stesso per tutti e purtroppo anche l’altissimo numero di morti in giro per il mondo ne è testimone. Di nuovo, dalle crisi siamo sempre in grado di imparare delle lezioni per far sì che eventi del genere non si ripetano in futuro.
Nulla è impossibile
Proprio in questa chiave, nonostante si tratti di una tragedia che rimarrà impressa e scritta nei libri di storia, sembrava esserci un risvolto più che positivo. Il fatto che la società moderna abbia dovuto sospendere la quasi totalità delle attività che generano inquinamento ha giovato alla salute del nostro Pianeta. Finito il lockdown però ci siamo resi conto che due mesi di “pausa” non sono affatto sufficienti per migliorare le condizioni ambientali. Oggi, grazie ad uno studio condotto da alcuni esperti dell’Università di Leeds e pubblicato su Nature abbiamo la certezza che i miglioramenti riscontrati nel periodo della pandemia difficilmente scaturiranno cambiamenti sul medio e lungo termine.
L’impatto diretto della pandemia sulle temperature è trascurabile: anche con alcune misure che rimarranno in vigore fino alla fine del 2021, le temperature globali saranno solo circa 0,01°C inferiori a quanto si prevede entro il 2030.
Dunque il trend positivo del lockdown rischia di essere un buco nell’acqua. O forse no: la palla passa senza dubbio alla politica. Spronare i cittadini grazie ad incentivi e ad una svolta verde potrà scaturire un reale miglioramento della salute del nostro amato e bistrattato Pianeta.