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LE CASCATE DELL’IGUAZÚ TORNANO A PIENO REGIME: SPETTACOLO IN ARGENTINA

In un momento storico in cui i cambiamenti climatici sembrano aver raggiunto livelli irreparabili, sfoggiamo un sorriso a 32 denti e vi raccontiamo qualcosa di davvero piacevole. L’uomo, senza probabilmente accorgersene, ha intaccato in maniera definitiva gli equilibri naturali, scaturendo una serie di eventi dalle conseguenze funeste.


Uno di questi è certamente l’aumento delle temperature, che tra le altre cose provoca periodi anormali di siccità in diverse zone del mondo. Una di queste è certamente l’America Latina, dove negli ultimi mesi le precipitazioni hanno fatto sostanzialmente dimenticare la propria esistenza. Un processo del genere non genera crisi esclusivamente nell’agricoltura, ma paradossalmente anche sul turismo. Vediamo insieme perché…

Bentornata acqua

Il fiume Iguazú è un corso d’acqua che scorre tra Brasile ed Argentina. La sua peculiarità è quella di aver generato naturalmente un sistema di 275 cascate, alte fino ad un massimo di 70 metri. Lo spettacolo è di quelli mozzafiato, ed il luogo è tra i più amati della regione dai turisti.

Piccolo problema: se non c’è acqua, le cascate non “funzionano”. Al 10 maggio 2020 la portata del fiume era del 90% inferiore rispetto alle medie stagionali. Si tratta del livello minimo storico raggiunto dal 1931, anno in cui è stato avviato il monitoraggio.

Dopo alcuni momenti in cui si è temuto il peggio, finalmente negli ultimi mesi sono tornate le piogge. Il Parco Nazionale, denominato Iguaçu o Iguazú a seconda dell’idioma preso in considerazione, potrà tornare a breve ad ospitare i visitatori. Anche qui il Coronavirus ha mietuto un numero altissimo di vittime e, come ovvio, il turismo è stato momentaneamente sospeso. Una bella notizia per un sito che è considerato “patrimonio dell’Unesco” da più di 30 anni.

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