La natura ci offre la possibilità di scoprire delle novità particolari ogni giorno. L’uomo tende a considerare il mondo come se fosse di sua proprietà, e di conseguenza crede di conoscerlo perfettamente. La realtà dice tutt’altro: ogni giorno infatti abbiamo la possibilità di scoprire dei dettagli interessanti ed inaspettati circa alcune specie che popolano il nostro Pianeta.
In questo caso è impossibile non nominare l’anguilla, pesce teleosteo capace di vivere sia in acqua dolce che in quella salata marina. Nel corso della loro esistenza – che può durare fino ad un massimo di 85 anni – attraversano ben quattro stadi di metamorfosi, ognuno con delle peculiarità specifiche.
Quello che a molti è sfuggito
Già Aristotele fu incuriosito da questo particolarissimo serpente acquatico, tanto da dissezionarlo per effettuare uno studio sulla sua sessualità. Questi pesci infatti, per gran parte della loro vita, non hanno alcun organo riproduttivo. Da piccole larve trasparenti, risalendo i fiumi, si trasformano in anguille gialle.
Solo in seguito avviene il cambiamento più eclatante: tornando nelle acque salate, sviluppano infine gli organi sessuali. Da quel momento poi, ricomincia il ciclo che porta al primo degli stadi che è denominato leptocefalo. Durante l’ultima fase, le anguille smettono completamente di mangiare: il loro digiuno può arrivare a durare addirittura un anno.
“Il loro obiettivo ultimo è “tornare a casa”, dove sono nate. È come se per loro il tempo e l’invecchiamento non contassero. Se un’anguilla non può tornare nel Mar dei Sargassi, non subisce l’ultima metamorfosi, ossia non matura sessualmente, e sembrerebbe quasi che possa vivere per sempre “cristallizzata” in quel penultimo stadio di mutamento”
Parola di Patrik Svensson, autore di un curiosissimo libro su questo pesce.