Vi parliamo continuamente dell’importanza che la natura conserva affinché il nostro Pianeta possa continuare a “vivere” in maniera serena. Come sempre, quando parliamo in questi termini, ci riferiamo prettamente alla possibilità che la vita, in senso ampio, possa continuare il suo svolgimento.
L’uomo, in maniera fin troppo equivoca, ha ritenuto per tantissimo tempo di essere il “proprietario” del luogo sul cui si è stanziato. La realtà è del tutto differente, ed il fatto che i comportamenti sconsiderati intrapresi dalla nostra specie stiano inficiando in maniera considerevole sulla sua “salute“, non può che farci riflettere. In Spagna, ad esempio, sta accadendo un fenomeno abbastanza inquietante: nonostante siano attuate moltissime iniziative di ripopolamento della flora, le foreste continuano a non crescere.
Un paradosso totale
Pochi giorni fa è stata pubblicata una ricerca su Global Change Biology che ha messo in luce questa verità sconcertante. Secondo gli scienziati infatti la mortalità delle foreste iberiche aumenta allo stesso modo in cui diminuisce la loro rigenerazione e crescita.
Gli studiosi dell’ Università di Alcalá hanno capito dunque che non occorre tanto pensare a logiche di implementazione quantitativa, ma piuttosto alla conservazione “corretta” del patrimonio già esistente.
È possibile che inizialmente l’aumento della temperatura avvantaggi l’albero e che poco dopo, superata una certa soglia, si verifichi il contrario
I cambiamenti climatici dunque in qualche maniera inficiano sulla salute delle stesse foreste. Un albero, in media, tende a vivere più tempo grazie ad una temperatura mite. Ma se questi finiscono a non riuscire ad approvvigionare nutrimento, il discorso si annulla. Una menzione anche sulla densità fisica: quando gli alberi sono piantati troppo vicini, tendono a farsi del male a vicenda, rovinando la salute di loro stessi e dei loro simili. Medesimo discorso anche per le malattie delle piante.