Quando scriviamo delle spiagge italiane premiate con un quantitativo di “bandiere blu” molto elevato, dobbiamo considerare il fatto di essere fortunati. La qualità della balneazione, per quanto riguarda il continente europeo, rimane comunque soddisfacente.
Ovviamente non si può pretendere una biodiversità pari a quella del Mar dei Caraibi, ma parliamo di una densità abitativa media molto più imponente. Ciò che preoccupa l’istituzione con sede a Bruxelles è, oltre al problema dell’inquinamento da plastica e disastri ambientali con spargimenti di petrolio, sicuramente la faccenda delle acque reflue. In Spagna, negli ultimi giorni, è stato rilasciato un documento che sentenzia tristemente il destino di una laguna costiera nella regione della Murcia.
Nitrati e ammoniaca
In questo caso specifico, le acque reflue provengono dai comuni che affacciano il loro territorio sull’acqua. Parliamo della città di Cartagena e del piccolo paese di San Javier. La laguna del Mar Menor ha un’estensione di 135 chilometri quadrati ed è separata dal Mar Mediterraneo da una striscia di sabbia di ventiduemila metri.
Purtroppo, nonostante si tratti di un’area molto estesa, il degrado ambientale ha preso il sopravvento. Con il “Rapporto sull’evoluzione e lo stato attuale del Mar Menor in relazione al processo di eutrofizzazione” la Direzione generale della Costa e del Mare del Ministero per la transizione ecologica (MITECO) ha dipinto una situazione tragica.
I fertilizzanti provenienti dai vicini campi hanno alterato l’equilibrio dell’ecosistema, e le conseguenze sono tangibili ad occhio nudo. Sostanze come nitrati, fosfati e ammoniaca sono ormai considerate la normalità dalle analisi chimiche. Madrid ha dichiarato di voler correre ai ripari al più presto di una situazione ai limiti del disperato. Per l’ennesima volta l’uomo interviene in ritardo, quando ormai la situazione è compromessa.