Scoprire le caratteristiche del nostro cervello è una delle cose che ha sempre spronato l’uomo ad andare avanti con la ricerca scientifica. Il fatto di essere tutti diversi ma in qualche maniera molto simili, ci spinge a sondare quelli che sono i segreti nascosti nella nostra natura.
Ognuno di noi ha le sue peculiarità, ma spesso e volentieri per ogni caratteristica esiste una categorizzazione. Non tutto è bianco o nero, ma in certi campi o si è fatti in una maniera o in un’altra. Pensiamo ad esempio ai ricordi: c’è chi ha facilità a collocarli nel tempo e chi invece compie una fatica immonda nel farlo.
Cosa ci passa per la testa?
La neurologia è davvero molto interessante. Questo probabilmente perché, tramite lo studio, svela quelli che sono i meccanismi interni al nostro cervello e fa luce su un qualcosa di realmente misterioso.
Una ricerca compiuta dalla Fondazione Santa Lucia Irccs di Roma che ha coinvolto l’Università La Sapienza di Roma. Al progetto hanno partecipato anche l’Istituto Superiore di Sanità e l’Università degli Studi di Perugia ha voluto fare luce sul meccanismo che di fatto ordina la memoria.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Cortex ha messo in luce l’esistenza di un’area cerebrale che permette alle persone dotate di ipermemoria autobiografica di “datare” i ricordi. Per fare questo, è stata misurata l’attività neuronale di alcuni soggetti considerabili “ipermemori”.
“I risultati dell’indagine hanno mostrato che nel discriminare tra ricordi autobiografici vecchi e nuovi, per le persone con ipermemoria si rileva un’elevata specializzazione della porzione ventro–mediale della corteccia prefrontale del cervello, un’area che si ritiene sia deputata all’organizzazione delle funzioni cognitive superiori. Questa stessa regione del cervello sembra essere meno precisa nelle persone con una memoria normale, fino a farci “confondere” la dimensione temporale del ricordo, vecchio o nuovo”