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AGRICOLTURA: PRODURRE DI PIÙ SENZA AUMENTARE I TERRENI È POSSIBILE, ECCO COME

Facendo un discorso realista, i terreni coltivabili che esistono al giorno d’oggi rischiano di non essere sufficienti rispetto al quantitativo di persone che vivono sulla Terra. Sarebbe il caso di fare un discorso a parte per il contesto italiano, in cui l’età media è di poco inferiore ai 45 anni ed il tasso di natalità è ai suoi minimi storici.

Ragionando esclusivamente seguendo il senso logico, più il numero dei cittadini aumenta, più dovremmo rendere disponibili i nostri terreni alla coltivazione. Solo in questo caso potremmo riuscire a soddisfare la richiesta necessaria a “sfamare” tutta la popolazione mondiale. Questo però rischia di essere un problema, poiché la superficie del nostro pianeta non è infinita.

Nulla è impossibile

Indubbiamente, senza poterci permettere di coltivare il cibo con cui sfamare i nostri figli, non potremmo fare questo genere di discorsi. Parliamo però di un ambito dal quale provengono circa il 30% delle emissioni di gas serra e per cui viene effettuato circa il 70% dei prelievi di acqua dolce su scala mondiale. Non possiamo dunque ridurre ridurre a qualche numero il concetto, soprattutto se le stime parlano di 576 milioni di ettari definiti “non necessari“.

Uno studio apparso su Nature Sustainability sostiene che un’area adibita all’agricoltura equivalente al territorio della Spagna moltiplicato per 10, è superflua. La produzione infatti potrebbe essere implementata, sfamando un numero maggiore di richiedenti, semplicemente adottando tecniche migliori.

Solo per rendere l’idea, circa il 39% del territorio appartenente all’Unione Europea è adibito alla coltivazione. Ciò che l’uomo dovrebbe mettere in atto, sarebbe esclusivamente un metodo migliore di selezione dei luoghi e delle varie colture. Rispetto a questa ipotesi non sono messi in discussione nemmeno i fertilizzanti, oggettivamente tutt’ora indispensabili per coprire tutto il fabbisogno mondiale. Sarebbe il caso, dunque, di sfruttare meglio terreni ricchi di risorse: le aree inadatte alla coltivazione dovrebbero invece essere riconsegnate a Madre Natura.