L’ambiente deve essere necessariamente una delle priorità dell’uomo durante la rinascita post pandemia. Questa non è ancora finita, ma sembra che la fase peggiore sia ormai passata. Vivere in maniera sana, in un luogo sano, non può fare altro che portare a conseguenze altrettanto sane.
Il rispetto per il nostro Pianeta deve essere la base per i progetti futuri, e le istituzioni internazionali sono proprio il luogo adatto per far si che questo sia un intento condiviso. I patti relativi alle emissioni nocive per l’ambiente fino ad ora sono stati più una vetrina che altro, con gli interessi economici che purtroppo hanno avuto sempre la meglio.
Si pensi al disboscamento: da decenni è segnalato come uno dei più grandi problemi della nostra epoca, ma le foreste continuano ad essere abbattute per lasciar spazio a palazzi e centri commerciali.
Una possibile svolta?
L’Unione Europea ha lanciato da poco la sua nuova strategia sulla biodiversità per il 2030, con l’obiettivo di fermare la distruzione subita dalla natura. La diffusione di questa è nata simultaneamente alla diffusione del Covid-19.
“La pandemia sta aumentando la consapevolezza dei legami tra la nostra stessa salute e quella degli ecosistemi”
“È ormai pacifico che la comparsa e la diffusione di malattie infettive aumenta con la distruzione della natura”, chiarisce il documento.
Tra le proposte chiave vi sono la piantagione di tre miliardi di alberi, la riduzione dei pesticidi del 50%, aumentare l’agricoltura biologica per raggiungere il 25% della superficie agricola totale mondiale e aumentare la protezione delle aree marine. Naturalmente non è messo da parte l’utilizzo sempre maggiore di energia rinnovabile, altro fulcro di un cambiamento tanto atteso. Che sia la volta buona? Per una volta alle belle parole seguiranno azioni decise? Lo scopriremo solo vivendo.