In questo periodo non ci suona per nulla nuova l’associazione tra Google e temi di straordinaria importanza a livello mondiale. L’azienda di Mountain Wiew, in California, è nata tra il 1997 ed il 1998 proponendosi come alternativa nel campo dei motori di ricerca su internet.
Con il tempo ha sostanzialmente monopolizzato questo mondo, e ad oggi il sito di riferimento è la homepage della maggior parte dei computer in giro per il mondo. In questo senso, nonostante si tratti di un’azienda privata, viene molto difficile non considerare i servizi che questa è arrivata ad offrire ai cittadini della quasi totalità del globo come “simil-pubblici“.
Al servizio dell’ambiente
Come detto nell’introduzione, in questo momento il servizio offerto da Google, assieme ad Apple, è sfruttato per la creazione di applicazioni volte al tracciamento dei contagiati di Covid-19 ed ai loro spostamenti nella comunità.
Ma non si tratta dell’unica situazione in cui le tecnologie prodotte da questa azienda hanno un utilizzo utile alla cosa pubblica. Da qualche mese infatti, tramite dati forniti da Google Maps, è possibile ridurre le emissioni di CO2 nelle nostre città.
È stato infatti sviluppato infatti un nuovo tool in grado di svolgere questa funzione importantissima. Questo è usato in città come Birmingham, Manchester, Wolverhampton, Coventry, Dublino e Copenaghen. Parliamo dell’ EIE (Environmental Insights Explorer) creato in collaborazione con il Patto globale dei sindaci per il clima e l’energia.
Attraverso le informazioni di Google Maps, EIE è capace di capire la utilizzo che viene fatto degli edifici e stima produzioni ed utilizzo di energia, con relativi dati rispetto alle emissioni. Nel contempo, anche relativamente al traffico questo strumento è molto utile. I dati rilevati dagli spostamenti dei cittadini possono essere un parametro reale sul quale basare politiche “green” su misura. Insomma, ben vengano le nuove tecnologie, se utilizzate nel modo giusto!