In questo periodo storico siamo stati abituati a ricevere delle notizie che hanno aumentato di continuo le nostre preoccupazioni. La pandemia è stata qualcosa di nuovo ed insolito per la gran parte della popolazione mondiale, e la nostra realtà è stata inevitabilmente stravolta dall’isolamento sociale.
I mezzi tecnologici hanno avuto un’importanza davvero senza precedenti. A partire dallo smart working, fino ad arrivare ai compleanni festeggiati in videochiamata con la famiglia e agli aperitivi online con gli amici. Tra i temi più gettonati per sdrammatizzare, inevitabilmente, c’è stata la crescita di capelli. Anche chi normalmente vive problemi di calvizie, si è ritrovato con una chioma folta. C’è chi, munito di rasoio elettrico, ha deciso di tentare la via del taglio “homemade“. In molti invece hanno atteso la riapertura dei parrucchieri per avere un ritocco professionale.
Quantifichiamo?
A questo punto ci siamo domandati come fosse possibile questa crescita spropositata. Fondamentalmente è difficile che, almeno per il sesso maschile, si salti l’appuntamento con il proprio barbiere per tutto questo tempo, ed il risultato è stato abbastanza sorprendente.
Partendo dall’assunto che si tratta di un qualcosa che ha una base genetica, abbiamo studiato quelle che sono le medie di crescita del cuoio capelluto a seconda dell’etnia. Da questa ricerca è venuto fuori che in Europa l’aumento medio è di 1,2 cm mensili. Per quanto riguarda l’Asia, questo numero è leggermente più alto: 1,3 centimetri ogni mese. L’etnia africana invece ha una crescita più lenta: viene stimata sugli 0,99 cm mensili.
Qualche curiosità già che ci siamo: un uomo ha in media 125 mila bulbi piliferi in testa. La vita di un capello può oscillare tra uno e sei anni. In media, inoltre, un uomo perde tra gli 80 ed i 100 capelli ogni giorno.