Vi parliamo molto spesso del tragico impatto che la plastica ha avuto nel nostro mondo. Dopo la sua scoperta, l’abuso che ne è stato fatto è risultato realmente pericoloso per la salvaguardia del nostro pianeta.
Parliamo infatti di una sostanza comoda, poco costosa e molto duttile. Grazie al suo utilizzo si è fomentata la logica dell’usa e getta. Questa però è difficilmente smaltibile, e con il tempo ci siamo accorti che non possiamo permetterci di continuare ad utilizzarla.
I mari e gli oceani ad esempio sono invasi dalla plastica. Un misto tra inciviltà dei cittadini, disinteresse da parte delle autorità e complicanze nello smaltimento, hanno fatto si che questa sostanza arrivasse fino alle acque più profonde del nostro Pianeta.
Non finisce qui
Il problema di questi residui presenti in mare è duplice. Non solo inquinano l’acqua degradandosi e rilasciando sostanze nocive, ma inficiano anche sulla salute di coloro che vivono in quel mondo. Non è affatto improbabile infatti che degli animali marini siano attratti da questi oggetti sconosciuti, come ad esempio delle buste.
Questo, sul pratico, significa che guardando all’interno dell’apparato digerente di animali come le tartarughe marine, questo avrà molto probabilmente al suo interno dei residui di plastica. Quando questa rimane per diverso tempo sul fondale, si ricopre di alghe e microrganismi, e viene confusa dalle tartarughe per cibo commestibile. Uno studio dell’Università della Florida e pubblicato su “Current Biology” ha infatti messo in luce una realtà inquietante.
Questi animali amano l’odore rilasciato dalla plastica e non sanno che mangiarla potrebbe essere fatale per loro. Cambiamo le nostre abitudini. Per noi e per tutto il regno animale.