Non smetteremo mai di combattere la battaglia relativa all’ambiente. Questo è scomparso per troppo tempo dalle priorità del genere umano. Il fatto di aver abusato del nostro pianeta senza il minimo senso di colpa, sta tornando indietro con tanto di interessi.
Aver monopolizzato il pianeta non significa affatto esserne proprietari. Il denaro, al giorno d’oggi, è importantissimo. Ma la cura della nostra Terra non può essere messa in secondo piano rispetto agli interessi economici. Il punto di non ritorno è molto vicino: le temperature si stanno alzando ogni anno di più. Questo comporta difficoltà innanzitutto alla nostra specie. Inoltre, alcuni studi ci mettono di fronte ad una verità sconcertante.
Addio biodiversità
Non siamo nuovi a scenari apocalittici. Quello che stiamo vivendo in questo momento a causa del Coronavirus, solo qualche mese fa, sarebbe stato difficile da immaginare. Ma la scienza ama fare previsioni, ed in questo caso l’unica speranza che ci rimane è che queste siano sbagliate.
Secondo uno studio compiuto dall’University College London e pubblicato sulla rivista Nature, entro la fine di questo secolo vedremo diminuire in maniera drastica la biodiversità. Siamo già a conoscenza di un quantitativo molto alto di specie a rischio. Secondo i calcoli degli studiosi inglesi, entro il 2100 le temperature medie sul nostro pianeta aumenteranno di circa 4 gradi.
Questo comporterà l’inevitabile cambiamento degli habitat dove sono stanziati gli animali selvatici. Circa il 15% delle specie che conosciamo oggi, o se preferite una su sette, si estingueranno. Insomma, un altro buon motivo per sentirci in colpa e tentare di cambiare le nostre abitudini. Prima che sia davvero troppo tardi.