L’Italia è un paese che fa dell’agricoltura una delle sue maggiori fonti di guadagno economico. Non bisogna vergognarsi nell’ammettere che, in moltissime zone dello stivale, questa pratica risulta essere una delle maggiori fonti di guadagno per i cittadini.
D’altronde il clima mediterraneo con il quale siamo abituati a convivere non fa altro che favorire questo tipo di logiche. I prodotti provenienti dalla terra nostrana sono apprezzatissimi e consumati abbondantemente sulle tavole di tutto il mondo. Chiaramente anche per quanto riguarda il consumo interno, si cerca di favorire l’impresa italiana piuttosto che implementare logiche di importazione. Soprattutto quando torneremo a vivere normalmente dopo il periodo della pandemia, dovremo tenere bene a mente che sarà necessaria una spinta in più per far ripartire l’economia nazionale nel migliore dei modi.
Parole severe
La delegata dell’Onu Hilal Elver però sembra avere da ridire sui comportamenti che vengono assunti nei confronti dei braccianti.
“L’Italia è un forte fautore internazionale dei diritti umani, in particolare di quello all’alimentazione, ma questo non ha la stessa risonanza sul piano interno”. “Ho parlato con persone che dipendono dai banchi alimentari e dalle istituzioni caritatevoli per il loro prossimo pasto; lavoratori agricoli che lavorano con orari troppo lunghi in condizioni difficili e con un salario troppo basso per coprire i loro bisogni elementari; migranti senza documenti lasciati in un limbo con nessun accesso a lavori regolari né la possibilità di affittare un locale decente dove vivere, e studenti che non hanno accesso alle mense scolastiche perché le loro famiglie sono troppo povere per poterle pagare”
Insomma, lo scenario dipinto dall’esperta di diritti umani delle Nazioni Unite sembra dipingerci come un paese sfruttatore. Voi come la pensate?