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IL MODELLO TAIWAN CONTRO IL COVID-19: SEMPLICE E VINCENTE

Stiamo imparando a conoscere il mondo dei virus in maniera molto seria. A tutti nella vita è capitato di parlare in maniera sommaria di questo argomento a causa di una semplice influenza stagionale in cui incappiamo puntualmente ogni inverno.


In questo caso invece la questione è molto più seria: il SARS-CoV-2 a oggi ha causato la morte di oltre 18 mila persone in tutto il mondo. L’infezione provocata da questa nuova tipologia di coronavirus ha un nome che in questi giorni riecheggia su tutti i media della terra: Covid-19. Tutti i paesi stanno adottando una tecnica molto simile per tentare di ridurre i contagi, ovvero quella della quarantena forzata per la totalità della popolazione. C’è un esempio però che è definibile una voce fuori dal coro, vediamo quale.

Massima attenzione

Il dato certo è che questo virus è passato dal pipistrello all’uomo tramite il contatto sanguigno. La zona che è stata individuata come “epicentro mondiale” è quella corrispondente alla città di Wuhan, nella provincia dell’Hubei, in Cina. Da li, soprattutto per colpa dello scarso allarmismo, il coronavirus si è espanso fino ad arrivare in Europa e persino nel continente americano.

L’isola di Taiwan, nonostante la vicinanza rispetto all’epicentro, è riuscita a contenere in maniera importante lo spargimento di questo pericolosissimo virus. Il motivo è molto semplice: le esperienze precedenti hanno insegnato come affrontare un caso di questo genere. La Sars, nel 2003, fece moltissime vittime. Proprio per questo motivo, appena si è presentato il primo riscontro di una nuova infezione simile, il governo ha adottato misure di controllo molto precise. Già dal 31 dicembre infatti, sbarcando all’aeroporto di Taipei, i passeggeri venivano sottoposti alla misurazione della temperatura corporea.

Questa lungimiranza sta evidentemente pagando, visto che a meno di 1500 km di distanza da quello individuato come l’epicentro mondiale, si circola tranquillamente per le strade. 

 

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