Milano sta cambiando radicalmente e questo lo si sa. Ormai tutti conoscono i grattacieli di vetro che hanno dato vita alla zona di Porta Nuova, o le torri di CityLife che, seppur a rilento, stanno ridefinendo la skyline della zona della fiera.
Accanto a questa Milano definibile “verticale“, che ripropone senza grandi criticità modelli di sviluppo che possiamo definire acquisiti per la contemporaneità, ne esiste un’altra, decisamente meno conosciuta ma forse ancora più innovativa. È la Milano della periferia, che fuori dalla luce dei riflettori dei media si reinventa in chiave completamente sostenibile. Vediamo nel dettaglio come questa parte della città più importante del nord Italia ha saputo modificarsi.
Originalità parola d’ordine
È la Milano dei micro interventi che con budget di dimensioni molto meno ambiziosi rispetto a quelli delle zone centrali. È capace di innescare processi virtuosi di trasformazione, rivoluzionando tipologie edilizie standardizzate.
Parallelo è un esempio di questa originalità. Di fatto è un parallelepipedo di acciaio e vetro sollevato tramite piloni di 14 metri sul livello della strada. L’idea di sopraelevare il complesso, che assume la conformazione di una “V”, consente di ottimizzare il layout distributivo dei tre piani. Il piano terra vede una piazza di 7000 metri quadri articolata in percorsi pedonali e spazi verdi.
In questo contesto trovano posto attività commerciali, bar e ristoranti. L’innalzamento dell’edificio oltre l’orizzonte visivo e la sostituzione del classico vero “piano terra” con una nuova alberatura, fanno si che l’architettura sia immersa nel verde e che l’area ne risulti completamente decongestionata.