Quante volte vi capita di leggere notizie riguardanti animali in via di estinzione? Anche a noi capita di riportarle spesso, poiché ancora molto attuali. Sembra assurdo pensare che un discorso del genere possa essere fatto nel 2020, ma purtroppo è la triste realtà.
Il bracconaggio in alcune zone del mondo, specialmente in Africa, è una piaga. Gli animali sono costretti a fuggire continuamente dall’uomo. Vengono sistemate trappole nella savana ed usate armi da fuoco pur di assicurarsi pelli, pellicce o qualcosa di caratteristico di una specie o dell’altra. L’interesse economico viene prima della cura e del rispetto dei nostri coinquilini sul pianeta Terra.
Non va sempre così
Fortunatamente però, non va sempre come descritto in precedenza. Esistono molte aree protette del mondo in cui gli animali sono gli assoluti padroni e guai a chi prova a toccarli. In un contesto del genere, con la supervisione umana naturalmente, è possibile pensare a progetti di ripopolamento e ad opere volte a migliorare la situazione delle specie selvatiche.
Proprio in uno di questi luoghi, ovvero nel Parco Nazionale Amboseli del Kenya, qualche giorno fa si è spento uno degli esemplari simbolo della nazione, ma più in generale di tutto il continente africano.
Si trattava di un rarissimo elefante “tusker“, definito in questa maniera a causa delle sue zanne cresciute così tanto da toccare il suolo. Il nome che gli umani gli avevano dato era Tim, ed era vicinissimo al compimento dei suoi cinquanta anni di vita.
“Amava i campi coltivati, ma era un essere gentile, calmo e intelligente. Le sue dimensioni erano mozzafiato e sembrava che lo sapesse”
Un addetto al Parco Nazionale, ha detto queste parole sul gigante buono che si è spento in questi giorni.