Troppo spesso ci è capitato di sentire che nel nostro paese non esistono vere e proprie garanzie nel momento in cui una donna rimane incinta. Chiaramente dipende molto dal contratto lavorativo che una ragazza ha firmato. In molti casi nel momento in cui ci si immerge in una nuova realtà lavorativa non ci si fa caso, ma quando poi sorge il problema, si rischiano conseguenze abbastanza spiacevoli.
Mettiamo il caso di una storia raccontata da Adriana Volpe durante le puntate del Grande Fratello Vip che si sta svolgendo in questo periodo. Nei suoi contratti televisivi, l’ipotesi di una gravidanza non era minimamente paventata. Dunque, nel momento in cui si è trovata a dover “scegliere” se accudire il proprio bambino o perdere il lavoro, ha iniziato una battaglia legale. Fortunatamente questa è stata vinta, ed ora l’assenza per maternità è stata riconosciuta alla sua categoria di lavoratrici.
Una visione differente
Ma al di la dell’esempio che abbiamo riportato, il nostro discorso ci sembra abbia radici davvero culturali. Facendo mente locale, non può essere accettabile per un paese come l’Italia che una ragazza incinta debba scegliere se perdere il lavoro o crescere per i primi mesi il proprio pargolo.
In moltissimi stati questo discorso è radicalmente differente. Ad esempio in Canada le mamme sono completamente coccolate. A livello lavorativo, in ogni contratto è presente la clausola di maternità. Le visite vengono completamente rimborsate dallo stato e, nel momento in cui bisogna mandare il proprio figlio all’asilo, lo stato contribuisce fino al 75% per la retta annuale anche in caso di iscrizione in una struttura privata.