Avete mai sentito parlare di Biomimesi? Si tratta dell’evoluzione di una pratica che l’uomo ha sempre amato. Ovvero quella di riprodurre le forme della natura tramite l’arte, le costruzioni, l’architettura. Nel caso della biomimesi parliamo però di una confusione “indotta“, una ricerca di una via di mezzo tra costruzioni architettoniche, design e natura.
Probabilmente non vi sarà capitato di vederne nelle vostre città poiché in Italia non è una pratica molto sviluppata, ma vi assicuriamo che in moltissimi paesi del mondo stanno sorgendo siti all’avanguardia in grado di mescolare in una maniera impressionante i concetti.
Un esempio pratico
Nel quartiere Wilhelmsburg della città tedesca di Amburgo ad esempio sorge la BIQ House, uno dei tanti progetti che hanno contribuito alla rivalutazione dell’intera zona in chiave eco sostenibile. Per spiegare la biomimesi, vi basterà guardare le facciate di questa costruzione rivoluzionaria. Due su quattro sono di normale intonaco verde, ma le altre godono di una notevolissima particolarità: contengono vetrocamere con dentro delle micro alghe. Naturalmente parliamo dei lati maggiormente esposti alla luce solare.
In questa maniera, grazie a dei bioreattori, le alghe crescono velocemente e producono energia tramite il processo di fotosintesi. Quando queste hanno finito il loro ciclo vitale, vengono fermentate ed utilizzate per la creazione di biogas. Così, grazie alla semplice esposizione solare, è possibile produrre l’energia necessaria per alimentare il palazzo durante tutta la giornata.
Non trovate sia geniale? Un ibrido tra architettura e natura ideato per creare energie rinnovabili ad impatto ambientale zero. Serve altro per convincerci a provare questa tecnologia?