Salute e benessere

La Bella Addormentata: non è solo una favola ma una malattia

Il nome scientifico della malattia della Bella Addormentata è “Sindrome di Kleine-Levin”.


Si tratta di un raro disturbo del sonno, facente parte del gruppo delle ipersonnie ricorrenti. La sua prima descrizione avvenne nel 1925 ad opera di Kleine cui poi seguì un lavoro di Levin che nel 1936 descrisse 7 casi di persone caratterizzate dalla presenza di eccessiva sonnolenza diurna (ESD) e di fame patologica.

Compare prevalentemente nel sesso maschile durante l’età adolescenzialecon tendenza alla guarigione spontanea.

La persona affetta dalla sindrome accusa una forte sonnolenza che la spinge a mettersi a letto, a dormire e a passare in questo stato buona parte delle ore del giorno. Durante la veglia, invece, la persona è apatica con un eloquio incoerente oppure può presentare irrequietezza.

Un altro tratto saliente, nei casi tipici, è la caduta dei freni inibitori con comparsa di una ipersessualità sfrenata ed indifferenziata. La persona può effettuare proposte esplicite a persone di entrambi i sessi.

Gli episodi possono durare da un giorno ad alcune settimane, con una graduale risoluzione delle manifestazioni. La persona, al termine dell’attacco, può presentare un breve periodo di depressione o di eccitazione di tipo maniacale e spesso ricorda poco del precedente periodo.

 

La cronaca recenteci racconta il caso della 17enne colombiana Sharik Tovar, riportato da ‘Livescience’, che in una ‘crisi’ ha dormito quasi 2 mesi non riconoscendo il volto della madre al risveglio.

 

Sono proprio gli adolescenti ad essere più colpiti da questa malattia che interessa una persona ogni 500.000 di cui 2/3 uomini e 1/3 donne. All’origine del primo episodio di sonno prolungato nel 72% dei casi c’è un’infezione e, in generale, gli episodi sono ciclici con una durata media di 10 giorni che si ripetono ogni 3 o 4 mesi ed anche più spesso nei bambini. Il numero di episodi per ciascun malato va dai 7 a 19 in una fascia d’età tra gli 8 e i 14 anni. Gli episodi comportano ipersonnia (tra le 15 e le 21 ore di sonno al giorno), disturbi cognitivi (apatia, confusione, lentezza, amnesia) con sensazioni di irrealtà (percezioni alterate, stato onirico).

 

Al di fuori degli “attacchi”, la condizione delle persone colpite dalla sindrome della Bella addormentata, torna normale: solo due ragazzi su 10 mantengono per diversi mesi problemi di attenzione e di memorizzazione. Pur essendo episodica, la malattia crea diversi disagi nella vita familiare, scolastica e lavorativa. Non esistono curee, anche per questo, sono fondamentali supporti medici e sociali alla persona e alle famiglia durante gli episodi e aiuti psicologici specializzati nel corso del tempo.

 

 

 

 

 

 

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