Alla fine del mese di settembre u.s., con l’allacciamento della prima turbina alla rete elettrica britannica, ilparco eolico East Anglia One,la cui realizzazione ha avuto inizio nel 2017, ha iniziato le sue attività.
Una volta completato nel 2020, avrà 102 turbine eoliche ed una capacità installata di 714 megawatt che lo renderanno il parco offshore più grande al mondo.
L’impianto sorge nel Mare del Nord e si estende su un’area di 300 chilometri quadrati. Esso rientra in un progetto più ampio, denominato “East Anglia Array”che, nella zona del Mare del Nord, al largo della costa orientale dell’Anglia orientale, di fronte alle coste dei Paesi Bassi, intende realizzare altri due impianti analoghi denominati East Anglia Two e Three.
Finora, sono state costruite 25 turbine e, a pieno regime, si stima che l’impianto sarà in grado di sopperire al bisogno energetico 630mila famiglie inglesi, quasi tante quante quelle abitanti a Glasgow. Il parco appartiene a Iberdrola, che ha investito nel progetto circa 2,8 miliardi di euro mentre le turbine eoliche sono state fornite da Siemens Gamesa. Nell’ambito di una complessa operazione finanziaria, compiuta nello stesso mese di Settembre 2019 ed attraverso la quale Iberdrola si è associata agli australiani di Macquarie, il parco East Anglia One è stato valutato 4,1 miliardi di sterline.
I numeri del parco eolico offshore East Anglia One
“Collegare la prima turbina eolica alla rete è una pietra miliare, il culmine di un lavoro incredibilmente duro da parte di tutti, dai fornitori locali ai dipendenti di aziende nazionali e internazionali”, ha detto Charlie Jordan, project manager di East Anglia One. “Una volta pienamente operativo, East Anglia One produrrà l’energia rinnovabile di cui il Regno Unito ha bisogno, fornendo al contempo posti di lavoro ed opportunità stabili per le persone e le imprese locali”.
Un impianto di questo tipoinfatti, oltre a fornire energia rinnovabile e favorire la transizione energetica del Paese, ha creato migliaia di posti di lavoro realizzando appieno i principi dell’economia circolare. Sono, infatti, circa 1.300 le persone che stanno lavorando al progetto, provenienti da diversi paesi come Spagna, Regno Unito, Paesi Bassi, Emirati Arabi Uniti. Esso ha dato, inoltre, un’ulteriore spinta al settore dell’eolico spagnolo, impiegando società locali come Navantia, Windar e Siemens-Gamesa.
Alla luce di quanto sopra, appare probabile che molti altri Paesi seguiranno l’esempio dell’Inghilterra se vorranno, davvero, mantenere fede agli impegni presi sottoscrivendo il Trattato di Parigi.