L’Alma Mater è tra i soci di un nuovo progetto che vuole unire fonti rinnovabili, generazione distribuita, stoccaggio di energia e ottimizzazione dei consumi, permettendo di usufruire di costi minori per l’energia agli abitanti della zona Pilastro-Roveri.
Da chi è composta la comunità energetica e come nasce
A Bologna nascerà la prima comunità energetica, che permetterà agli abitanti della zona Pilastro-Roveri e alle 900 aziende di usufruire dei vantaggi di riduzione di costo sulle bollette energetiche. Tutto ciò sarà possibile grazie a una combinazione di fonti rinnovabili, generazione distribuita, stoccaggio di energia e ottimizzazione dei consumi.
Ispirata ai concetti di smart city e sostenibilità ambientale per contrastare la povertà energetica, l’iniziativa rientra nel progetto GECO (Green Energy Community) promosso da AESS (Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile), in qualità di coordinatore, ENEA e Università di Bologna, con la partecipazione di CAAB/FICO e Agenzia locale di sviluppo Pilastro-Distretto Nord Est.
L’obiettivo di GECO
“L’obiettivo principale di GECO è contribuire ad aumentare la sostenibilità, ridurre la povertà energetica e generare un ciclo economico a basse emissioni di carbonio nel distretto di Pilastro-Roveri”
sottolinea Claudia Carani, responsabile dell’area pianificazione energetica di AESS e coordinatrice del progetto.
il progetto sarà finanziato con 2,5 milioni di euro derivanti dal fondo europeo EIT Climate-KIC, GECO è collegato ad un iniziativa promossa da ENEA dal 2017 , Roveri Smart Village, presso il distretto industriale bolognese.”Continuare a lavorare a cambiamenti graduali e progressivi non è abbastanza”, spiega Sean Lockie, direttore Urban Transitions di Climate-KIC. “Ciò di cui abbiamo bisogno ora è una trasformazione fondamentale dei sistemi economici, sociali e finanziari, in grado di innescare un cambiamento esponenziale dei tassi di decarbonizzazione e di potenziamento della resilienza climatica”.Per quanto riguarda la parte tecnica, il progetto è sostenuto della collaborazione dell’Università di Bologna. “Gli studiosi dell’Alma Mater – sottolinea il professor Carlo Alberto Nucci del Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione – si occuperanno di sviluppare modelli per la gestione ottimale dei flussi energetici e delle risorse distribuite, ovvero la gestione di generazione, consumo, stoccaggio elettrico e mobilità elettrica”.ENEA contribuisce al progetto attraverso lo sviluppo di un modello di business green basato su blockchain, finalizzato a rendere flessibile la domanda di energia dei partner della comunità energetica. Inoltre i ricercatori ENEA impegnati nel progetto si occuperanno della definizione di una piattaforma ICT per la raccolta dei dati, al fine di migliorare la consapevolezza dei consumatori.“L’obiettivo – spiega la ricercatrice ENEA Francesca Cappellaro – è quello di coinvolgere sia gli stakeholder che i comuni cittadini nella ricerca di soluzioni locali per quanto riguarda le sfide imposte dal cambiamento climatico”.