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Eni, nuovo piano per decarbonizzazione: emissioni ridotte a 0 entro il 2030

Punta in alto la nuova strategia di tutela ambientale proposta dall’Eni nelle scorse ore. Il recente report diffuso dalla International Energy Agency (IEA) ha dato il prevedibile allarme in merito al problema delle emissioni di Co2, in aumento del 1.7% nel mondo. Nonostante i propositi di controllo annunciati ogni anno e puntualmente smentiti, la produzione di anidride carbonica è connessa a doppio filo con il dramma dell’aumento di temperature. La continua richiesta di energia e la sostanziale immaturità delle proposte rinnovabili come energia eolica e fotovoltaica ha in particolare riacceso la corsa all‘estrazione del carbone; con un aumento dello 0.7%, la richiesta è la più alta degli ultimi dieci anni. Sempre secondo l’IEA, la domanda aumenterà del 30% entro il 2040.

Richiesta di carbone in aumento nel mondo per la prima volta in dieci anni; dall’Eni via al processo per il superamento delle emissioni

Numeri spaventosi, specie se considerata l’incidenza dell’upstream (il processo di estrazione e conversione) sul tasso mondiale di Co2, e che avrebbero spinto i dirigenti Eni verso un complesso obbiettivo di rinnovamento. Come annunciato dall’Ente Nazionale Idrocarburi, il colosso italiano avrebbe pronta una strategia volta a ridurre a zero le emissioni entro l’ottimistica data del 2030. Un processo di decarbonizzazione professato da diverso tempo, e ora non più posticipabile. L’iniziativa graduale del gruppo dovrebbe mostrare i suoi primi risultati nel 2025; per allora, si prospetta una riduzione del 45% sulle emissioni dovute all’attività di estrazione e di flaring (diffusione del gas in eccesso), e addirittura dell’80% sulle emissioni di metano.

La missione di decarbonizzazione adottata dall’Eni si inserisce in percorso più ampio volto a ridurre l’impatto delle emissioni energetiche di Co2. Ruolo importante lo avrà il cosiddetto schema REDD, annunciato dall’ONU per combattere le pratiche di deforestazione. Il degrado delle aree boschive ha un ruolo fondamentale nel mancato bilanciamento di carbonio nell’aria; l’ente italiano, insieme ad altri colossi mondiali, si muoverà per un piano di preservazione delle biodiversità vegetali e delle capacità di stoccaggio naturale di Co2.