I risultati di uno studio, condotto da Sebastiano Marra, direttore del Dipartimento Cardiovascolare dell’Ospedale Maria Pia Hospital di Torino e diffusi al termine di un’indagine durata 8 anni, avrebbero dimostrato che il consumo di alcune tazzine di caffè al giorno, fino a cinque, avrebbe effetti benefici sul corpo e sulla psiche.
Le presunte controindicazioni
L’invito dei medici quindi si potrebbe ribaltare. «Bevete caffè», altro che «eliminatelo»: quest’ultimo non è che un pregiudizio, ha dichiarato Marra. «Un pregiudizio, in realtà, più legato alla caffeina, che è un eccitante e viene percepita come una droga, dunque come qualcosa di pericoloso. A ciò si aggiungono gli strascichi di un articolo pubblicato nel lontano 1981 sul New England Journal of Medicine in cui si associava l’assunzione del caffè ad un elevato rischio di sviluppare tumore del pancreas. Poco tempo dopo, la tesi è stata confutata dall’autore stesso, ma la notizia non ha avuto uguale risonanza e sul caffè è rimasta molta confusione, anche in ambito medico».
Il consumo appropriato
L’indagine ha coinvolto 13 mila pazienti di ambo i sessi in varie città.
I numeri dicono che l’80-85% della popolazione consuma caffè e la quantità media è di due tazze al giorno.
In alcuni casi si arriva sino a 5 tazzine giornaliere che vengono ritenute la quantità massima che può essere “beneficamente” assunta “pro die”.
Le modalità d’assunzione ed i benefici
Gran parte degli intervistati aggiunge lo zucchero. Il 35-40% degli intervistati lo prepara con la moka, mentre il 25% usa le cialde. Marra ha poi chiesto a chi beve caffè se abbia valori alti di colesterolo, glicemia e pressione e se sia più ansioso, sedentario e se dorma male. Dalle risposte è venuto fuori un quadro sorprendente perché ė emerso che il consumatore di questa bevanda è meno ansioso di chi non ne beve e non ha disturbi legati al sonno. Inoltre, i fruitori del caffè lamentano meno sintomi come affanno, batticuore, dispnea, dolori toracici, mancanza di fiato e stanchezza.
Le proprietà benefiche del chicco
Marra ha spiegato che, come sopra detto, l’effetto benefico della bevanda non è legato alla caffeina perché “il segreto dei suoi poteri è racchiuso nel chicco, che è il prodotto in natura con il maggior contenuto di sostanze antiossidanti”.
Il cardiologo ha avuto l’idea di realizzare questa indagine dopo l’uscita di due studi, uno americano ed uno europeo. In queste ricerche, “si è sostenuto che chi beve caffè presenta un 10 per cento in meno di rischio di morte, sia che esso sia causato da neoplasie o da patologie cardiovascolari. Una conseguenza legata all’effetto antinfiammatorio e delle sostanze antiossidanti contenute nel chicco del caffè”.