Greenpeace, il rapporto di denuncia contro gli allevamenti intensivi
In Europa, la maggior parte dei territori viene utilizzato per coltivare cibo per animali da allevamento, e questo secondo Greenpeace, oltre che essere un danno per l’ambiente, lo è anche per la salute delle persone. Per questo motivo, l’associazione fa un appello per tagliare i fondi agli allevamenti intensivi.
L’Ue versa agli allevamenti intensivi dai 28,5 ai 32,6 miliardi di euro, per coltivare il 71% del territorio destinato a nutrire gli animali. Solo il restante 19% è impiegato per l’uomo. Questo è possibile grazie alla PAC (Politica agricola comune) che favorisce le grandi aziende rispetto a quelle più piccole, condannandole a scomparire. Non solo, in questo modo, le grandi aziende aumentano il numero di animali allevati: la maggior parte di loro risiede negli allevamenti di Francia, Germania, Regno Unito e Spagna.
Il rapporto di Greenpeace
Questi dati sono contenuti nel rapporto stilato da Nils Mulvad, il data analyst commissionato da Greenpeace. Oggi, il rapporto è stato pubblicato in tutta Europa con l’obiettivo di tagliare i fondi comunitari agli allevamenti intensivi, così da avvicinarsi ad un tipo di allevamento sempre più sostenibile. Il rapporto è seguito ad una petizione rivolta a Bruxelles, per cambiare i criteri di erogazione dei fondi, e rivedere la Pac.
La discussione della Pac è già in atto per il periodo 2021-2027: in questo momento è in revisione alla Commissione Ambiente. Tuttavia, sarà difficile vedere dei cambiamenti a breve termine, in quanto probabilmente non sarà l’attuale legislatura a definire le nuove linee guida della Politica Agricola Comune. Stando alle parole di Federica Ferrario, responsabile della campagna agricoltura Greenpeace, è importante promuovere un’agricoltura più sostenibile poiché i criteri attuali non lo fanno. Anzi, incoraggiano a crescere solo le aziende più grandi, lasciando morire le più piccole. E’ necessario, dunque, rivedere i criteri di assegnazione dei contributi.
Le conseguenze disastrose
Nell’arco di otto anni, tra il 2005 e il 2013, sono scomparse ben 3,7 milioni di aziende agricole. Nel frattempo quelle di grandi dimensioni hanno incrementato il numero di bestiame allevato. Purtroppo, tale situazione può portare a delle conseguenze gravi. L’impatto socio-ambientale sottolineato da Greenpeace riguarda la paradossalità del fatto che i fondi europei per l’agricoltura, anziché essere utilizzati per noi, servono a sfamare gli animali.