Ci si illude che si tratti solo di pesce ma il classico cibo giapponese sempre più amato in Italia non è così light, quanto piuttosto un falso magro. Ecco come stare attenti alla linea
Mangiare sushi può far ingrassare più di una cena a base di hamburger. Sbagliata quindi la convinzione secondo cui si tratti di una cena light, quella consumata al ristorante giapponese. Le calorie lievitano facilmente e il sushi è un cibo falso magro. Una cena che rischia di mandare all’aria la dieta, ma si può prestare attenzione ordinando al giapponese alcune portate piuttosto che altre.
Ad esempio a dover essere soggetto a dei limiti è il fritto in tempura: la pastella non assorbe mai troppo olio e quindi sembra essere un pasto leggero. Ma in realtà, una porzione di tempura di verdure può raggiungere le 350 calorie, con il rischio che trattandosi di un cibo leggero non ci si controlla. Il riso è un’altra discriminante: compone circa il 75 per cento del sushi e fornisce gran parte di carboidrati. Per fortuna viene usato freddo, il che aumenta il senso di sazietà, ma non bisogna comunque eccedere con le porzioni. Senza dimenticare poi che viene condito con aceto di riso zuccherato.
Infine il pesce: sano e presente in minime quantità ma condito molto con la salsa di soia, che ha un elevato contenuto di sodio, o la salsa teriyaki, molto zuccherina. QUindi attenzione ai condimenti. Cosa scegliere dunque? Si va sul sicuro con i roller di tonno e salmone, leggeri e ricchi di proteine nobili. Consumarli crudi li rende ancora più ricchi di nutrienti. Andare al giapponese per un pranzo a base di sushi senza sgarrare nella dieta si può: il segreto è bilanciare i piatti e le porzioni, associando le proteine fra loro e ordinando meno fritti e più edamame, magari.