Terremoto: scosse sempre più frequenti negli ultimi due anni in Centro Italia
In due anni l’Italia Centrale ha subito un numero incredibilmente alto di terremoti. Ben 93.000 da quello di Amatrice e Norcia.
Negli ultimi due anni, dal 24 agosto 2016, la terra nel Cento Italia ha tremato 93.000 volte. “Un grande numero, mai riscontrato in Italia, risultato dell’ ampliamento negli anni della rete sismica nazionale” – Ha detto il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni.
93.000 terremoti cominciati con quello di magnitudo 6.0 della sequenza sismica di Amatrice e Norcia. Nove di questi hanno avuto magnitudo superiore a 5, fino al terremoto del 30 ottobre 2016 di Norcia di magnitudo 6,5. Scosse senza tregua, potremmo dire, che hanno fatto registrare ben 67 eventi di magnitudo importati. Tutti insieme si sono rivelati un laboratorio unico di esperimenti che ha fatto scoprire aspetti inediti e nuovi fenomeni.
“Ogni terremoto è un esperimento: come per i fisici l’arrivo di un’onda gravitazionale permette di fare numerosissime analisi, a noi geoscienziati un terremoto permette di imparare qualcosa in più sul modo in cui funziona la Terra”, ha osservato Doglioni. Per esempio “abbiamo assistito al caso straordinario nel quale la stessa faglia, quella del Monte Vettore, si è mossa due volte in pochi mesi”. Si è anche visto “come si distribuisce il volume della sismicità nella crosta terrestre” e “osservata in grande dettaglio la morfologia dei piani di faglia” fino a verificare che si tratta di “un fascio di strutture che hanno permesso di mobilizzare un volume di crosta terrestre di oltre 6.000 chilometri cubi”.
“Si è attivata un’area di oltre mille chilometri quadrati” – continua l’esperto – nella quale “ci sono stati scuotimenti del terreno in termini di accelerazione e velocità del suolo durante i terremoti, che spesso hanno superato il valore 0,6 dell’accelerazione di gravità”. A due anni di distanza, afferma, “l’attenzione resta alta su tutta la zona”, così come “lungo l’asse della catena degli Appennini e lungo la parte frontale della catena alpina, zone in cui la pericolosità sismica è elevata”. Imparare a conoscere i terremoti è fondamentale: “in generale – ha osservato – il fenomeno terremoto ha un comportamento caotico ma auto-organizzato: dobbiamo scoprire le regole che ne determinano l’evoluzione, come si fa per le previsioni del tempo”. Inoltre è importante non dimenticare e per questo, ha detto Doglioni, “sarebbe utile istituire un giorno nelle scuole dedicato alla memoria dei terremoti: potrebbe essere il 23 novembre, data del sisma del 1980 in Irpinia: l’obiettivo è sensibilizzare i futuri cittadini sull’importanza di mettere in atto tutte le misure di prevenzione per difendersi dai rischi naturali”.
Il terremoto non smetterà di far tremare la terra, ma insieme al ricorda dei devastanti danni ai territori nazionali, Carlo Doglioni propone di celebrare anche le azioni positive nelle quali la prevenzione ha funzionato, evitando ulteriori pericoli.
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