Tutti amano essere abbronzati, ma se diventa ossessione la tintarella può sfociare nella dipendenza patologica: si chiama tanoressia e colpisce una donna su cinque, con conseguenze serie per la salute
In estate è corsa alla tintarella per tutti, perché la pelle abbronzata fa sentire meglio e fa apparire anche più giovani. Ma quando abbronzarsi diventa un’ossessione, ecco che si parla di dipendenza patologica: una vera e propria malattia che in Italia coinvolge 11 milioni di persone, sia donne che uomini. si chiama tanoressia e colpisce 1 donna su 5 nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 30 anni: una dipendenza che può avere anche conseguenze serie come evidenzia lo studio condotto dall’Istituto di ricerca di dermatologia globale.
Alla base dello sviluppo della tanoressia c’è il piacere, ovvero il rilascio di endorfine che avviene anche quando ci si espone al sole. Entra in gioco la psicologia perché la pelle è la parte del corpo che più si espone: se si soffre di scarsa autostima allora è più facile che si sviluppi la patologia. Sono quindi le donne che tendono al perfezionismo ad essere vittime della patologia, e lo studio ha rilevato che sono in genere donne che vivono al Nord Italia, continuando a cercare l’abbronzatura tramite lampade UV anche durante l’inverno. Gli uomini non sono però immuni: anche loro vivono l’ansia relativa al loro aspetto e di conseguenza sviluppano le stesse dipendenze delle donne.
Dipendere dall’abbronzatura aumenta i danni relativi alle patologie della pelle causate dai raggi solari, con danni sia acuti che cronici: da eritemi e ustioni e macchie, cheratosi, sino a melanomi ed epiteliomi nel lungo periodo. A livello psicologico, poi, si prova l’ansia di non essere mai abbronzati al massimo, con il subentrare di una sensazione di sconforto: per questo bisogna rendersi conto in tempo di aver sviluppato in qualche modo una fissazione, abbronzandosi in modo graduale e per intervalli di tempo brevi per “disintossicarsi” dall’abbronzatura!
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