Ecco l’indagine che svela la situazione del soccorso veterinario stradale in Italia, dopo la legge italiana che obbliga al soccorso degli animali in caso di incidenti. La situazione non è ottimale.
A otto anni dalla legge italiana che obbliga al soccorso in caso di incidenti con animali, riconoscendo anche il ruolo di ambulanze dedicate, Asl e Comuni si sono attrezzati in proprio con circa 50 mezzi e una sola ambulanza veterinaria; si fa ricorso principalmente a mezzi di terzi e restano grandi differenze da una zona all’altra. A scattare la fotografia dell’attuale situazione è stata la Lav con la prima vera indagine conoscitiva sul tema.
La legge è stata approvata nel luglio del 2010, ma ad oggi non sembrano cambiate molte cose. Il Ministero della Salute, con una nota indirizzata ai Servizi Veterinari Regionali e ai Comuni, aveva richiamato la necessità di assicurare il servizio di reperibilità e pronto soccorso da parte delle Amministrazioni competenti. L’indagine della Lav del 2017 ha interpellato 32 concessionari autostradali, 106 servizi veterinari pubblici e 30 Comuni capoluogo, oltre ai dati raccolti attraverso le sedi stesse dell’associazione, e ha rivelato numeri nettamente diversi. Il servizio pubblico per il soccorso stradale di animali risulta limitato alla disponibilità di una sola ambulanza veterinaria, mentre il ricorso ad “altri mezzi” di soccorso è di 44 unità. Spiccano la Asl di Taranto (sei mezzi), la Asl 2 Liguria (quattro mezzi), le Ats di Insubria, Brescia e di Pavia (tre mezzi).
Stando a questi dati Il servizio pubblico tramite convenzioni con terzi risulta il servizio di soccorso stradale prevalente per gli animali, con la disponibilità di sole 24 ambulanze e di 83 mezzi diversi dalle ambulanze, appartenenti a terzi, come associazioni, Croce Rossa/Gialla/Bianca e veterinari. La Asl di Caserta e di Roma 2, per esempio, svolgono il servizio con tre ambulanze tramite ditte convenzionate. Secondo la Lav, i dati dimostrano che il servizio di soccorso opera prevalentemente con altri mezzi e che le amministrazione pubbliche, nonostante il richiamo del ministero della Salute (avvenuto ormai di otto anni fa) non dispongono di ambulanze veterinarie in proprio, ma in gran parte ricorrono a fonti private. La legge sulla sicurezza stradale sollecita il soccorso, ma c’è ancora molto da fare per Comuni e servizi veterinari pubblici. a Lav, così, chiede al ministro della Salute Grillo e ai presidenti delle Regioni l’attivazione di un numero telefonico unico nazionale di soccorso veterinario, collegabile al 118, per uniformare le procedure di accesso al servizio e favorire i cittadini nel chiedere un intervento tempestivo.
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