Un mistero non giustificabile solo con i cambiamenti climatici: in Antartide è scomparso l’80 per cento della colonia di pinguini reali che dagli anni Ottanta popolava la zona. Oggi gli esemplari sono appena sessantamila
Negli anni Ottanta, l’Ile aux Cochons nell’oceano Antartico ospitava una colonia immensa di pinguini reali, con circa 500 mila coppie: oggi, trent’anni dopo, di quella grande colonia ne rimane meno del venti per cento. Un mistero che gli scienziati non riescono a risolvere, non essendo amputabile solo ai cambiamenti climatici. In Antartide sono rimasti circa 60 mila esemplari, con una perdita dell’88 per cento: per la biodiversità dell’Antartide, un danno enorme. Entro la fine del secolo è inoltre prevista una perdita ulteriore del 70 per cento dei pinguini attuali.
I dati sono esposti nello studio condotto dai ricercatori del Cnrs, il Centro di studi di Chizé in Francia e pubblicato sulla rivista Antarctic Science. Gli scienziati hanno confrontato anche fotografie satellitari del 1982 con quelle del 2015 e del 2017 in cui si vede il crollo numerico della colonia, considerata la seconda più grande di pinguini reali al mondo, dopo quella delle isole Sandwich. I cambiamenti climatici sono una delle cause delle scomparse dato lo scioglimento dei ghiacci e la modifica dei terreni.
Il fenomeno che si pensa possa aver contribuito si chiama Indian Ocean Dipole, un fenomeno che con l’innalzamento delle temperature ha cambiato i territori. Un altro fattore potrebbe derivare proprio dal numero alto di individui nella colonia: aumenta la competizione tra i singoli e si rallenta la crescita del gruppo. Di conseguenza aumentano gli eventuali effetti della mancanza di cibo e si innesca un meccanismo di declino rapido. Meno probabili, invece, malattie e contagi, o un disastro naturale che ha decimato la popolazione, mentre potrebbero aver influito i gatti selvatici e i topi presenti sull’isola. I ricercatori sono però determinati a risolvere la questione con una spedizione sul territorio.