Tecnologia

Usare lo smartphone in modo eccessivo riduce le capacità intellettive

La dipendenza dai dispositivi elettronici come computer e cellulare ha delle conseguenze sulle capacità cognitive: usare lo smartphone in modo eccessivo le riduce del 20 per cento anche se è spento


La digital addiction è sempre più un problema per la salute, con conseguenze che sono ormai oggetto di studio a causa della dipendenza eccessiva da smartphone, computer e altri dispositivi elettronici. L’utilizzo eccessivo del cellulare ad esempio riduce le capacità cognitive del 20 per cento, anche se lo teniamo spento o con lo schermo rivolto verso il basso: a sostenerlo è uno studio condotto dai ricercatori dell’università di Austin in Texas.

Il gruppo di studiosi ha rilevato che la semplice presenza vicino a noi dello smartphone causa drenaggio di risorse del cervello perché impegna le nostre capacità a sforzarsi per controllare il telefono, o per evitare di controllarlo: tutte risorse che inibiscono lo svolgimento di altri compiti, danneggiando le performance. Il loro studio parte dal presupposto che il nostro cervello deve essere selettivo rispetto agli stimoli che riceve per decidere a quali prestare attenzione, considerando due fattori: la salienza, ovvero la vicinanza fisica allo stimolo, e la sua rilevanza.

Conducendo un esperimento su 520 persone, a una parte di loro è stato chiesto di lasciare i telefoni in un’altra stanza, ad altri di tenerlo in tasca e ad un terzo gruppo di metterlo a testa in giù: nessun telefono emetteva suoni o notifiche. Dopo due test sulle capacità cognitive, è emerso che queste sono ridotte quanto più ci si trova vicino allo smartphone. Un secondo esperimento ha confermato che anche con il telefono spento le capacità di memoria erano ridotte insieme all’intelligenza fluida. La soluzione proposta dagli scienziati è quella di essere fisicamente il più lontani possibile dal telefono per cercare di non compromettere le proprie capacità cognitive e impegnarsi nelle altre attività con successo.

Photo credit: Pixabay.it

 

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