Le emissioni di gas dell’uomo influenzano la bassa atmosfera: uno studio su 40 anni di dati satellitari dimostra che le temperature estive salgono in modo molto più veloce e creano squilibri stagionali nell’emisfero settentrionale.
Le emissioni antropiche (le nostre) stanno velocizzando lo scioglimento dei ghiacci, influenzano le abitudini migratorie degli animali e intensificano il rischio di incendi. Ma c’è dell’altro, uno studio recente dimostra per la prima volta in maniera certa che gli uomini sono stati in grado di cambiare il naturale ciclo delle stagioni e che gli effetti del riscaldamento globale si estendono fino alla troposfera, ovvero la regione più bassa dell’atmosfera terrestre (circa 10-15 km di quota dal terreno). Lo studio si è basato su 40 anni di rilevazioni satellitari.
Finora gli studi sul clima e sui cambiamenti delle stagioni si erano concentrati più che altro sulle rilevazioni delle temperature al suolo. Invece questo studio, coordinato da Benjamin Santer, scienziato dell’atmosfera del Lawrence Livermore National Laboratory, in California, è il primo a constatare mutamenti stagionali nell’atmosfera terrestre dovuti (e su questo gli studiosi non hanno dubbio alcuno) alle emissioni di gas a effetto serra prodotte dalle nostre attività, dalle attività di noi uomini.
“Quello che i dati mostrano è una marcata evidenza dell’impatto dell’uomo sul clima, non solo sulle temperature medie globali, ma anche sul ciclo stagionale” – Ha affermato Benjamin Santer. Le probabilità che la variabilità climatica degli ultimi anni possa essere “naturale” non è credibile. La rilevanza delle variazioni di temperatura registrata in 40 anni di dati satellitari sono circa di cinque su un milione, sottolineano i ricercatori. In particolare, dalla ricerca è emerso che le temperature estive stanno crescendo molto più velocemente rispetto a quelle invernali. Questo fa si che, soprattutto nell’emisfero settentrionale del Pianeta, si riscontrano forti “sbalzi” di temperatura tra la estate e inverno.