L’inquinamento dell’uomo è riuscito persino ad arrivare ad oltre 10 mila metri di profondità. Un sacchetto trovato 20 anni fa nella Fossa delle Marianne è ancora lì.
Il mancato rispetto dell’uomo nei confronti della natura è arrivato anche ad oltre 10 mila metri sotto il livello del mare: nelle profondità delle Fosse delle Marianne sono stati infatti trovati sacchetti di plastica monouso. A dimostrarlo uno studio condotto da un team di ricercatori giapponesi e pubblicato su Marine Policy.
La ricerca, guidata dalla Japan Agency for Marine-Earth Science and Technology (Jamstec), ha permesso di analizzare i dati di circa 5 mila immersioni con le quali è stato possibile individuare fino a 3.500 pezzi di detriti di origine umana, dai cui un terzo macro plastiche più grandi di 5 millimetri. L’oggetto emblematico di questa ricerca – che raccoglie dati da oltre 30 anni tramite lo studio di immagini sottomarine – è un sacchetto monouso trovato ad oltre 10 mila metri di profondità, nelle Marianne, ancora lì dopo 20 anni dal suo primo avvistamento: era il 1998.
Come riporta la Repubblica, secondo i ricercatori “l’unico modo per evitare il problema è regolare subito la produzione di plastica monouso e prevenire il flusso di questi pericolosi detriti dalle nostre coste. Cresce la preoccupazione che gli ecosistemi dei mari profondi siano già danneggiati dallo sfruttamento diretto di risorse biologiche e non biologiche, dalle plastiche, dalla pesca a strascico e dallo sfruttamento”. Non solo plastica: fra i detriti rilevati, il 26% sono metalli, l’1,8% è gomma, attrezzi da pesca per l’1,7%, il vetro è all’1,4%, tessuti carta e legname l’1,3% e altri oggetti di produzione umana sono al 35%.
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Photo Credit Jamstec