Pesticidi, 30 comuni italiani dicono ‘no’
Trenta comuni italiani contro i pesticidi, da Nord a Sud della penisola. Hanno aderito alla Pesticide Action Network Europe, rete europea della città libere dai pesticidi.
Sono trenta i comuni italiani che hanno deciso di aderire alla Pesticide Action Network (Pan) Europe, la rete europea delle città libere dai pesticidi. L’iniziativa è arrivata in Italia il novembre scorso e ha come obiettivo quello di ridurre al minimo l’utilizzo di sostanze chimiche all’interno delle aree pubbliche, sostituendole con alternative sostenibili e quindi meno inquinanti per l’ambiente. Aderendo al progetto, i comuni decidono di bandire definitivamente i pesticidi entro tre anni dalla sottoscrizione e di sensibilizzare i cittadini sull’esistenza di metodi alternativi.
“L’obiettivo principale del network – spiega Michela Bilotta, coordinatrice per l’Italia di Pan Europe – è quello di creare una massa critica di Comuni europei che decidono di vietare l’utilizzo dei pesticidi chimici nelle aree verdi destinate alla popolazione. Si tratta di parchi, campi sportivi, marciapiedi, aiuole: tutti luoghi a uso e consumo dei cittadini”. A fare da apripista il Comune di Occhiobello, in provincia di Rovigo, seguito da città più grandi come Belluno, Varese, Ragusa e Bolzano. Non solo: a inizio aprile ha aderito anche l’associazione Borghi Autentici d’Italia, di cui fanno parte 260 piccoli centri di tutta Italia e 15 di questi sono entrati a far parte di Pan Europe: sei dalla provincia di Lecce (Melpignano, Copertino, Aradeo, Galatone, Matino, Salve), due da Bari (Cassano Murge, Acquaviva delle Fonti), due da Cosenza (Miglierina, Roseto Capo Spulico) e altri da Sassari, Oristano, Chieti, Pavia.
“Non imponiamo un unico metodo alternativo all’impiego di sostanze chimiche” sottolinea Bilotta, come riporta La Repubblica. – Alcuni Comuni hanno optato per il diserbo manuale, altri per il pirodiserbo. Altre città ancora utilizzano quali diserbanti naturali l’aceto o l’acido pelargonico. Richiedono forse maggiore manodopera e più tempo, ma i benefici a livello di sostenibilità ambientale sono enormi”.
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