Oms, guerra agli acidi grassi trans: causano cinquecentomila morti all’anno
Sono collegati alle patologie cardiache che causano 500 mila morti ogni anno: per questo l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato guerra agli acidi grassi trans
L’Organizzazione mondiale della sanità scende in campo contro i responsabili di oltre cinquecentomila morti all’anno, perché collegati alle patologie cardiache: sono gli acidi grassi trans, presenti in varie tipologie di fritti e margarina, che vuole bandire nei prodotti di origine industriale incitando i vari governi nazionali ad abbracciare il programma Replace che punta a diminuirne la presenza entro i prossimi cinque anni.
La strategia, suddivisa in sei azioni, punta a bandire gli acidi grassi trans con sei passi contenuti nelle lettere della parola Replace: Review, Promote, Legislate, Assess and monitor, Create awateness, Enforce compliace. Ovvero revisionare le fonti scelte nell’industria come grassi saturi, promuoverne la sostituzione con alternative salutari, legiferare per eliminarli, studiare il loro contenuto nella dieta delle persone, sensibilizzare le persone al problema e far rispettare le leggi in merito.
L’Oms raccomanda infatti che un massimo dell’1 per cento delle calorie introdotte nel nostro organismo provenga da acidi grassi trans, poiché secondo gli ultimi studi questi sarebbero responsabile di un aumento del 21 per cento delle malattie cardiache. I grassi trans sono presenti nella maggior parte delle merendine e snack, dei prodotti industriali fritti e nella margarina, con una diffusione che inizia a partire dagli anni ’50 quando si credeva si potesse trattare di un’alternativa più salutare ad altri grassi, come il burro. Subito dopo si iniziò a studiarne le conseguenze negative sull’apparato cardiocircolatorio e l’innalzamento dei livelli di colesterolo cattivo. L’iniziativa dell’Oms vuole quindi contribuire ad aumentare l’azione dei governi nazionali in merito, e rientra in un piano chiamato Sustainable Development Goals, delle Nazioni Unite, che vuole ridurre di almeno un terzo i morti prematuri per cause non riconducibili a malattie trasmissibili entro il 2030.
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