Ambiente

L’architettura del futuro: in Svezia un grattacielo capace di produrre cibo

Sorgerà in Svezia il primo plantscraper, un grattacielo che produrrà frutta e verdura tramite coltivazione idroponica: il progetto di agricoltura urbana di The World Food Building

La vera sfida dell’edilizia, per il futuro, non è solo quello di garantire la vivibilità tramite edifici moderni e funzionali quanto quello di garantire energia e cibo in un mondo che entro il 2050 sarà formato perlopiù da grandi metropoli e abitato da oltre 9,6 miliardi di persone. Tra i tanti progetti in cui architettura e agricoltura lavorano insieme per questo obiettivo, spicca quello di The World Food Building: un grattacielo con campagna integrata che produrrà 550 tonnellate di frutta e verdura all’anno.

Si tratta del plantscraper, la fusione delle parole pianta e grattacielo, e si tratta di un progetto del costo di 40 milioni di dollari promosso dalla società svedese Plantagon, impegnata nel settore del food-tech. Il grattacielo sorgerà a Linköping, in Svezia entro il 2020, con i lavori che hanno preso il via nel 2012. In esso tramite coltivazione idroponica nasceranno piante e fiori coltivate non nella terra, ma in soluzioni nutritive a base di acqua, quindi senza sostanze chimiche: ogni anno il grattacielo produrrà cibo per 5500 persone, il tutto con un risparmio di 50 milioni di litri di acqua annui e 1100 tonnellate di carbonio in meno. Obiettivo degli ideatori non è solo quello di produrre cibo ma anche quello di ridurre inquinamento e spreco di energia.

Il grattacielo del World Food Bulding può, secondo i suoi ideatori, spingere ad un ritorno verso l’agricoltura grazie alla commistione tra l’ambiente e la modernità. L’edificio è costituito solo per un terzo da una serra biologica, e per i restanti due terzi ospiterà sale riunioni, uffici, ristoranti e mercati distribuiti su sedici piani, in cui i costi di trasporto delle materie prime saranno abbattuti perché esse sono presenti “in loco”. Un modello di architettura virtuosa e sostenibile che dalla Svezia la società Plantagon vorrà poi esportare in altre città e paesi, dagli Usa al Giappone, con altri plantscraper.

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