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Joe, il cane eroe: si sacrifica per salvare i padroni

Joe, uno shitzu di tre anni di Lecco, si è sacrificato per salvare la sua famiglia da un’aggressione di un pitbull e un boxer.

Il cane è il migliore amico dell’uomo, talmente “migliore” che in certe situazioni mette addirittura la sicurezza del padrone davanti alla sua vita. È stato così per Joe, un piccolo shitzu di tre anni di Sirtori (Lecco), che ha letteralmente sacrificato la propria vita per proteggere la sua famiglia dall’aggressione di un pitbull e un boxer del vicino di casa, che si sono intrufolati nel loro giardino.

Purtroppo per il piccolo Joe non c’è stato nulla da fare: è stato sbranato a morte dai due cani, ma il suo sacrificio ha permesso al suo padrone, Enrico Nocera, 35 anni, alla moglie e al figlio maggiore di 14 di fuggire e mettersi in salvo. “Mia moglie e mio figlio più grande erano in giardino quando i due cani del vicino sono sbucati dal nulla, dopo aver scavato un buco sotto una triplice rete che separa il loro recinto dalla nostra proprietà – spiega l’uomo come riporta Il Giorno – I due grossi cani si sono diretti subito contro mio figlio, il nostro Joe però si è messo in mezzo, permettendo prima a mio figlio di salvare la mamma e poi di correre insieme al riparo”

La furia dei due molossi è stata placata solo dopo l’intervento di un veterinario dell’Ats e dell’accalappiacani, dopo che nemmeno i carabinieri sono riusciti a fermarli. Ora il pitbull e il boxer sono sotto sequestro in un canile, ma il sacrificio di Joe è ancora impresso negli occhi della famiglia che non riesce ad accettare la perdita del loro compagno a quattro zampe: “È stata una scena straziante, lo hanno fatto a pezzi, non riusciamo a dormire la notte per il dolore, l’orrore e la paura che proviamo”, spiega Enrico. I due cani erano già stati segnalati dal padre di famiglia per via della loro pericolosità e per l’addestramento aggressivo a cui venivano sottoposti. “Non oso neppure immaginare se fosse stato presente anche mio figlio più piccolo o se il nostro Joe non si fosse sacrificato. Mi auguro che almeno quello che è capitato a noi serva per risparmiare lo stesso ad altri”, conclude Enrico.

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