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Dieta Mediterranea addio, la seguono solo in Svezia

Una volta era la “bibbia” per chi voleva mangiare sane ed equilibrato, ma oggi la Dieta Mediterranea sta via via scomparendo a favore di dolci e trash food.

La Dieta Mediterranea è sempre meno seguita e rischia addirittura di scomparire. Ad annunciarlo l’European Congress on Obesity di Vienna, il quale ha fatto sapere che sono sempre meno le persone disposte ad attenersi a questo tipo di alimentazione nel corso della propria vita. E dire che i pregi di questa dieta storica sono ormai ben conosciuti, ad esempio, la prevenzione della sindrome metabolica e patologie ad essa collegate. Seguendo una dieta equilibrata come quella mediterranea è inoltre possibile mantenere il proprio peso forma e ridurre la mortalità fino al 30%.

Nonostante i benefici di questa dieta, i dati raccolti dall’European Congress on Obesity sono piuttosto preoccupanti: in Grecia, in Spagna e in Italia oltre il 40% dei bambini di 9 anni è obeso o in sovrappeso, mentre a Cipro la percentuale sale al 43%. Ed è proprio nelle aree in cui questa dieta è nata che si registra l’abbandono più significativo. “La dieta mediterranea per i bambini di questi Paesi è morta – spiega Joao Breda, responsabile dell’ufficio europeo dell’OMS per la prevenzione e il controllo delle malattie croniche -. Non c’è più. E i più vicini alla dieta mediterranea sono i bambini svedesi. La dieta mediterranea è andata e noi dobbiamo recuperarla”.

Ma di chi è la colpa? Senza dubbio alimenti come dolci, cibi spazzatura e bevande gassate e zuccherate stanno cannibalizzando il resto dei cibi su cui si basa la dieta tipica dei paesi del Mediterraneo, dove frutta, verdura e pesce la facevano da padrone. La Dieta Mediterranea sembra invece “tenere duro” nei paesi nordici, in particolar modo in Svezia. Ma la battaglia nel resto d’Europa non è finita, anzi: “Anche se i tassi sono alti c’è stato un importante calo che è attribuibile a uno sforzo molto significativo che questi Paesi hanno messo in atto negli ultimi anni nella gestione e nella prevenzione dell’obesità infantile”, conclude Joao Breda.

Photo Credit Pixabay

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