Uno studio ha evidenziato come la lavastoviglie possa diventare una vera e propria bomba di germi e batteri: si può ridurre il rischio di ammalarsi?
Si tratta di uno tra gli elettrodomestici più comodi e usati per non dover soccombere al noioso compito di lavare i piatti a fine pasto: la lavastoviglie, però, può nascondere un inaspettato ambiente perfetto per la proliferazione di germi, batteri e funghi. Ad evidenziarlo è uno studio pubblicato su Applied and Environmental
Microbiology: l’ambiente umido e caldo dell’amata lavastoviglie può quindi favorire la formazione di batteri, provenienti dall’acqua del rubinetto collegato alla lavapiatti oppure da resti di cibo contaminato. Il rischio di ammalarsi sicuramente non è altissimo, ma per stare più tranquilli si possono comunque seguire degli accorgimenti per ridurre il rischio che i germi e i funghi si formino.
Uno tra questi è evitare di aprire la lavastoviglie prima che si sia raffreddata, quindi subito dopo la conclusione del lavaggio. In seguito è buona norma pulire le guarnizioni di gomma con un panno asciutto dopo ogni ciclo. La temperatura ovviamente conta: così come per i lavaggi in lavatrice, una temperatura elevata, al di sopra dei 60 gradi, riduce la formazione dei batteri; spesso i rischi di contaminazione in cucina derivano proprio dalla conservazione dei cibi a temperature sbagliate.
La sana vecchia regola del lavarsi le mani sia prima che dopo aver maneggiato i cibi vale anche in questo caso, per evitare infezioni alimentari che quindi portare i batteri dalle nostre mani direttamente alla lavastoviglie. Altri rischi derivano infatti dalla tendenza a usare gli stessi utensili per manipolare diversi tipi di alimenti: è importante quindi non usare lo stesso coltello per tagliare magari prima delle verdure, poi dei formaggi o la carne. Anche in questo caso infatti, i batteri finiscono insieme ai piatti da lavare.
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