In quindici anni è aumentato l’utilizzo di antibiotici a livello mondiale: di conseguenza i batteri resistono maggiormente ai farmaci che iniziano a perdere la loro efficacia. Potrebbe essere la fine della medicina moderna?
Nel mondo si abusa di antibiotici: un’analisi sull’uso di questi farmaci nel mondo, condotto dal Center for Disease Dynamics, Economics & Policy, l’università di Princeton, il Politecnico di Zurigo e l’università di Anversa, ha messo in luce che il loro utilizzo è aumentato del 39 per cento dal 2000 al 2015 a livello mondiale, specialmente nelle fasce di reddito e nei paesi a ricchezza media.
La prima conseguenza, e la più grave, relativa a un vero e proprio abuso di antibiotici cui si ricorre troppo facilmente per curare le malattie infettive, hanno aggravato il problema della resistenza ad essi: quindi in tutto il pianeta si stanno diffondendo ceppi batterici che resistono ai farmaci. Uno scenario che potrebbe aggravarsi con conseguenze molto pericolose: secondo molti, arrivare all’inefficacia degli antibiotici segnerebbe la fine della “medicina moderna”.
Per questo motivo lo studio, pubblicato su su Proceedings of the national academy of sciences, vuole suggerire anche degli interventi per sfuggire a questo scenario e iniziare a limitare l’uso eccessivo di antibiotici senza che nessuno se ne privi. La medicina sta infatti guardando a nuove classi di antibiotici e nuovi strumenti per contrastare le malattie infettive, come i fagi. Ogni possibile alternativa agli antibiotici viene analizzata dalla ricerca: una delle ultime scoperte riguarda delle molecole della classe dei retinoidi che uccidono diversi batteri come l’MRSA o quelli “dormienti” nel corpo dei pazienti, anche se con un limite, poiché non hanno un’azione efficace contro i batteri di tutte le malattie, come la polmonite o la peste. In ogni caso, prima delle alternative, è importante che ricorrere all’antibiotico non sia sempre la prima scelta, soprattutto nel caso di malattie contrastabili diversamente.
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