Una richiesta sottoposta alla Commissione europea da parte di alcuni esponenti del Parlamento chiede che vengano vietate le diciture “senza olio di palma” e “senza OGM”, poiché abusate su etichette e confezioni: risulterebbero ingannevole per il cliente condizionato nell’acquisto
Olio di palma ancora una volta sotto accusa, ma questa volta non per la sua presenza o assenza all’interno di un cibo, ma a causa della semplice etichetta apposta sulle confezioni degli alimenti. Alcuni esponenti del Parlamento europeo hanno infatti presentato alla Commissione Ue una richiesta che si concentra proprio sulle diciture presenti su un ormai sempre più elevato numero di prodotti presenti sul mercato: quella che recita “senza olio di palma”, appunto.
La richiesta infatti rientra in un emendamento sulla concorrenza, e tira in causa l’olio di palma perché si ritiene che la dicitura ormai sia abusata per avere un vantaggio da parte delle aziende nei confronti della concorrenza, ma non indicando un ingrediente presente nel prodotto: al contrario, esaltandone l’assenza. Come sottolineato dai parlamentari Ue, si dovrebbe porre l’attenzione sugli ingredienti presenti, indicandoli sulle etichette appunto, ma non su quelli assenti: in questo modo infatti viene ingannato il potenziale cliente che baserebbe il suo acquisto sugli ingredienti che quel dato prodotto non contiene. La questione sulle diciture non riguarda soltanto l’olio di palma ma anche frasi simili, come quella “senza OGM“, abusata sulle confezioni.
Sarà dunque la Commissione europea a esprimersi, mettendo forse un punto alla questione riguardante l’olio di palma almeno in merito alla chiarezza delle etichette: rispetto infatti al suo utilizzo negli alimenti, non è stata ancora trovata una posizione univoca perché sono ancora molti i dibattiti tra chi crede che sia dannoso per la salute e chi invece si ritiene convinto che non possa avere conseguenze negative, almeno se non lo si assume in quantità elevate.
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