Le spiagge del litorale tirrenico, da Capri alla Toscana, invase da migliaia di dischetti di plastica: è il disastro ambientale che ha visto ancora una volta dei rifiuti inondare le rive italiane, e che in questo caso riguarda dischetti usati negli impianti di depurazione
Dagli impianti di depurazione delle acque a rifiuti sulle spiagge italiane: sono i migliaia di dischetti di plastica che hanno invaso le spiagge del litorale tirrenico, a partire da Capri passando per le coste di Lazio e Toscana. Un disastro ambientale in cui inizialmente non era ben chiaro cosa stesse sporcando le spiagge, dato che si pensava inizialmente a filtri del phon o cialde da caffè.
I dischetti di plastica che la corrente ha spinto sulle spiagge sono rotondi, forati, del diametro di quattro centimetri e mezzo e spessi due millimetri. Il loro disperdersi in mare è dovuto probabilmente al malfunzionamento di un depuratore al momento non identificato, oppure alla caduta in mare di un container in cui venivano trasportati. A partire dal 20 febbraio scorso, dalle spiagge di Ischia, sono arrivate le prime segnalazioni, aumentate man mano che si scoprivano dischetti di plastica su sempre maggiori coste, risalendo verso il nord della penisola: da allora si sta cercando di risalire all’origine dello sversamento in mare dei dischetti, ma non si è arrivati ad una soluzione.
Le spiagge di Fregene, della Feniglia in Toscana, di Tarquinia, Anzio e Torvaianica: i filtri ritrovati sono migliaia, e si tratta purtroppo solo dell’ultimo fenomeno in cui viene alla luce lo stato preoccupante di inquinamento in cui versano le acque e le spiagge italiane, che sono sempre più sommersi dai rifiuti, in plastica e non, e rovinate dalla continua erosione marina. Una situazione che fa frenata e fermata, per non compromettere lo stato di parte del nostro patrimonio naturale.
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