Alcuni detenuti del carcere romano di Rebibbia abbandonano momentaneamente la divisa da carcerato per indossare i panni del giardiniere. È un progetto di reinserimento socio-lavorativo volto dal Ministero della Giustizia.
Nella giornata di oggi, lunedì 26 marzo, alle ore 9.00, diciotto detenuti del carcere di Rebibbia, a Roma, lavoreranno come giardinieri presso il Parco di Colle Oppio. I singolari giardinieri non si limiteranno a Colle Oppio, ma offriranno la loro manodopera anche in altre ville e parchi della capitale. Si tratta di un progetto di reinserimento socio-lavorativo per le persone che stanno scontando la loro pena e figlio di un accordo fra il Campidoglio e il Ministero della Giustizia con successivo protocollo d’intesa per i lavori di pubblica utilità e recupero del patrimonio ambientale.
Il progetto ha come obiettivo non solo quello di reinserire i detenuti nel mondo del lavoro, ma anche trasmettere loro l’importanza del senso e del rispetto civico. Si tratta quindi di attività di “lavoro volontario e gratuito, che tiene conto delle specifiche professionalità e attitudini lavorative e promuove un percorso di sensibilizzazione al rispetto del bene comune, alla legalità, all’osservanza delle regole e delle norme, come elementi imprescindibili per il percorso di reintegrazione del reo – si spiega -. L’attività lavorativa, che prevede l’impegno in strada 5 giorni a settimana, avrà la durata di 6 mesi sotto il controllo diretto e la supervisione della polizia penitenziaria. Il percorso di formazione preventivo, con rilascio di attestato, svolto dai detenuti e organizzato dal Servizio Giardini, potrà servire anche successivamente per il loro reintegro nel mondo lavorativo”.
Inoltre – fanno sapere dal Campidoglio – il progetto coinvolgerà successivamente anche altri Istituti penitenziari. Ad affiancare i giardinieri-detenuti ci sarà il Servizio Giardini a dare un supporto tecnico e operativo, spiega Pinuccia Montanari, assessore alla Sostenibilità Ambientale di Roma, che aggiunge: “L’attività sul campo arriva dopo mesi di formazione e di sensibilizzazione all’educazione ambientale. Si tratta di un grande progetto di reinserimento sociale, frutto di un lavoro condiviso, che mette al centro un servizio tanto importante per Roma”.
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