Salute e benessere

Jackfruit: dall’America il frutto al sapore di… carne

Diminuisce il numero dei “carnivori” nel mondo. Negli Stati Uniti sta prendendo piede il jackfruit, un frutto indiano che da cotto ha il sapore di pollo o maiale

 

Molte persone nel mondo hanno detto addio alla carne. Che si tratti una scelta etica o motivazioni legate alla salute, gli stili alimentari vegetariano e vegano so stanno diffondendo in misura sempre maggiore. Adottando le dovute accortezze, anche togliendo la carne dalla propria dieta si può avere un’alimentazione bilanciata, con il giusto apporto proteico. Ciò che maggiormente manca di agli ex carnivori, però, è il gusto della carne. Il ricordo del sapore di una succulenta bistecca o di una tenera fettina è una tentazione alla quale è difficile resistere.

Jackfruit: dall'America il frutto che da cotto sa di carne

La soluzione al problema arriva dall’India: si tratta del jackfruit. Il jackfruit è un frutto esotico di colore verde-giallo, che sta letteralmente andando a ruba negli Stati Uniti. La particolarità del frutto è che se mangiato crudo ricorda un po’ il gusto di mela e ananas, mentre, se viene consumato cotto ha un sapore che ricorda quello del pollo o del maiale. Il jackfruit è il più grande frutto da albero al mondo e può arrivare a raggiungere i 45 chilogrammi. Si mangiano soprattutto i suoi grossi semi carnosi, ricchi di acqua, che presentano carboidrati, un ridotto contenuto proteine (circa il 2%) e grassi (1%), vitamine idrosolubili (soprattutto B6 e C), fibre e sali minerali (potassio e magnesio). Non contiene colesterolo né glutine.

I vegetariani in Italia

Secondo l’ultimo Rapporto Eurispes, i vegetariani in Italia sono circa due milioni, con un leggero calo del 2,5% rispetto all’indagine precedente. Per il 38,5% degli intervistati, la scelta è stata dettata da motivazioni di salute e benessere; per il 20,5% dalla sensibilità verso gli animali o la natura; il 14,1% lo ha scelto come filosofia di vita e un altro 14,1% lo ha fatto per mangiare meno e meglio. Solo il 3,8% ha dichiarato tra le motivazioni anche il voler contribuire a ridurre l’impatto sull’ambiente.
Photo Credits: Pixabay
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