Chiuso il canile di Vieste: adottati tutti i randagi ospitati
Chiude il canile di Vieste per mancanza di “ospiti”. Il merito è di Francesca Toto e del suo progetto “Zero cani in canile”, per far conoscere l’utilità degli animali e informare sui comportamenti corretti da adottare.
A Vieste, in provincia di Foggia, ha chiuso anche l’ultimo canile per mancanza di ospiti da accogliere. In passato la Puglia era tra le regioni con il maggior numero di randagi, ma già dall’ultimo rapporto della LAV – Lega Anti Vivisezione, si era già registrato qualche segnale positivo, con un aumento delle iscrizioni all’anagrafe canina dell’11%. Il caso di Vieste segna ora un importantissimo passo in avanti e un esempio per molte altre realtà.
Il merito di questo importante risultato è di Francesca Toto, che ha unito il suo amore per gli animali alla sua attività consulente di marketing e comunicazione, lanciando il progetto “Zero cani in canile“, che ha ottenuto il sostegno di importanti associazioni ed enti, come la Lega del cane di Vieste, il Comune, la Asl, il Centro Cinofilo Gargano e ma anche scuole, commercianti e operatori turistici. Francesca aveva notato che nella sua città il problema non era il numero dei randagi, ma le abitudini sbagliate dei possessori di cani, che, pur garantendo cibo e cure necessarie, li lasciavano liberi di girovagare, senza segni identificativi (collare e microchip) e non sterilizzati.
Con il suo progetto Francesca ha avviato un’attività di informazione sui comportamenti da adottare, ma anche sull’importanza che gli animali domestici possono ricoprire nella nostra vita, come nel caso della pet therapy in centri medici e case di riposo per anziani. Francesca Toso, con l’aiuto della mascotte Golia, ex cane di strada e di altri cani del canile già educati, ha organizzato anche incontri presso scuole di ogni ordine e grado. Lo scopo era far familiarizzare i ragazzi col mondo animale, insegnando i corretti comportamenti, anche in presenza di randagi, accusati troppo spesso di aggressività solo perché si assumono nei loro confronti comportamenti errati.
“La Regione spendeva quasi 27 milioni di euro per il randagismo senza ottenere risultati. Il futuro della gestione del randagismo non è nell’ammassare i cani nei canili ma nel collocarli presso famiglie ed aziende che abbiano luoghi idonei, anche solo temporaneamente, fino all’arrivo di una adozione definitiva” ha commentato la Toto.
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