La dotta, la rossa, la grassa e… la cattolica. Un weekend a Bologna
Un fine settimana a Bologna e dintorni, tra arte, storia d’Italia e cucina. Un breve itinerario per non perdere nulla di questa splendida città
Se Roma è “la città Eterna”, Venezia “la Serenissima” e Firenze “la Bella”, Bologna di soprannomi ne ha tre: “la Dotta, la Grassa, la Rossa“. La Dotta perché qui nel 1.088 nacque la prima università del mondo occidentale; la Grassa per la sua tradizione gastronomica (a chi non viene l’acquolina sentendo parlare di tortellini, ragù, tagliatelle); la Rossa può essere riferito sia al riflesso dei mattoni con i quali furono costruiti torri e palazzi, sia al colore della Ducati, ma probabilmente anche per la sua storia politica, storicamente vicina agli ambienti partigiani (basti pensare a Piazza dei Martiri 1943-1945 o a Piazza Caduti del 19 luglio 1943). Ma tra le cose che maggiormente la caratterizzano ci sono anche diverse chiese cattoliche che meritano di essere visitate.
Iniziamo questo ipotetico viaggio dal centro, in zona Stazione Centrale. Qui il venerdì e il sabato si tiene il Mercato della Piazzola al Giardino della Montagnola, con oltre 400 bancarelle di ogni tipo. Percorrendo via dell’Indipendenza, lungo i caratteristici portici, si arriva a Piazza Maggiore, dove si trova anche la Basilica di San Petronio, la chiesa gotica simbolo della città, sesta chiesa cristiana più grande in Europa e quarta d’Italia, circondata da palazzi duecenteschi. Tra questi, il più interessante è il Palazzo del Podestà, caratterizzato da un voltone sorretto da quattro pilastri che vanno a formare altrettanti angoli, proprio al di sotto della torre dell’Angelo. Questa particolare disposizione architettonica crea un curioso effetto acustico: se si parla con il volto rivolto verso il muro in uno dei 4 angoli, la persona all’angolo opposto, sempre con il viso rivolto al muro, sentirà la vostra voce.
Sempre in Piazza Maggiore si trova la Biblioteca Salaborsa, sotto la cui pavimentazione trasparente si possono ammirare reperti archeologici varie civiltà: quella villanoviana del VII secolo a.C., quella della Felsina etrusca, e quelli della Bononia romana fondata nel 189 a.C. A pochi passi dalla piazza, in via D’Azeglio, si trova la casa di Lucio Dalla, che in occasione dell’anniversario della morte del cantante (1 marzo 2012) ospita 3 giorni di eventi in suo ricordo.
Poco distante si trova la Piazza del Nettuno, con la celebre fontana del Nettuno del Giambologna, alla cui sinistra inizia via Rizzoli, in fondo alla quale si ergono le due torri più famose della città. Delle 180 torri di epoca medievale oggi ne restano solo 2, la Garisenda e la Torre degli Asinelli, alta 97,20 metri e visitabile, se non temete i suoi 498 scalini… Molto suggestiva è anche la basilica di Santo Stefano, nota come il complesso delle “Sette Chiese“, un intreccio di ben sette edifici di culto, sorprendentemente incastonati l’uno nell’altro.
Per il secondo giorno, invece, ci spostiamo sui colli bolognesi, poco fuori città, raggiungibili facilmente anche con i mezzi pubblici locali. In cima al Colle della Guardia sorge il Santuario della Madonna di San Luca, raggiungibile da porta Saragozza attraverso una caratteristica via porticata, con 666 archi e 15 cappelle con affreschi. Si tratta del portico più lungo al mondo con i suoi 3,796 km, dei quali 2,276 km in salita (non temete, è attivo anche il servizio navetta per raggiungere il santuario), e rappresenta il “serpente”, ossia il Demonio, sia per la sua forma e il numero degli archi, sia perché, terminando ai piedi del santuario, ricorda la tradizionale iconografia del Diavolo schiacciato dalla Madonna sotto il calcagno. Il santuario è circondato da un grande giardino, che nei mesi primaverili si riempie di margherite e altri fiori.
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