Animali da pelliccia, vietato allevarli
L’ultimo divieto arriva proprio dalla Norvegia, storico primo produttore di pellicce al mondo: entro il 2025 dovranno chiudere gli allevamenti
Sulla scia di molti paesi europei, anche la Norvegia ha messo al bando gli allevamenti di animali da pelliccia. Il governo ha infatti comunicato che entro il 2025 dovranno chiudere i circa 250 mila allevamenti in funzione, sulla scia dei molti paesi dell’Unione Europea che a partire dal 2000, con il Regno Unito, hanno introdotto divieti simili. Sono poi seguiti i decreti di Austria, Croazia, Danimarca, Serbia, Slovenia e Olanda.
La Norvegia è uno storico produttore di pellicce: con ventimila allevamenti nel 1939 grazie ai quali deteneva il primato, era comunque anche oggi uno dei maggiori produttori al mondo, con numeri che parlano di 610mila visoni e 150mila volpi. Nelle regioni artiche, come Siberia e Finlandia, la produzione è rimasta stabile, anche per motivazioni climatiche. Ma in Norvegia il calo è stato costante negli ultimi anni, e secondo i sondaggi il 68 per cento dei norvegesi si dice contrario agli allevamenti da pelliccia. La Norvegia infatti esporta il 99 per cento della produzione, soprattutto in Russia e in Cina: per questo motivo gli economisti sono convinti che il decreto non colpirà molto l’economia del Paese.
Anche se molti paesi non hanno ancora promulgato decreti che vietino l’allevamento di animali da pelliccia, è indubbio di come l’opinione pubblica e poi la stessa industria della moda si siano sempre più sensibilizzati nei confronti dell’argomento, dando spazio eventualmente alla pelliccia sintetica rispetto a quella di animale. E anzi, l’alta moda sta diventando sempre più “fur free”: ad esempio, recentemente la casa di moda Gucci ha annunciato che entro il 2018 non vi saranno più pellicce nelle collezioni della maison, poiché si tratta di un capo di abbigliamento non più moderno e per questo motivo non ha più senso produrlo.
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