Kangaroo Island, un paradiso rinnovabile
A sud dell’Australia si trova un’isola dal suggestivo nome di Kangaroo Island. Il clima ideale e un ambiente naturale quasi intatto la rendono una meta ambita del turismo australiano. Si potrebbe definire come il mondo in un’isola: a Kangaroo ci sono boschi di eucalipto, blocchi di granito scolpiti dal vento e un piccolo Sahara con le dune affacciate sull’oceano. Un luogo dove la sostenibilità ambientale è un valore, con il territorio che per quasi il 50% è formato da parchi naturali e aree protette. Di conseguenza anche il turismo si adegua. Tempo fa è stato inaugurato un complesso di ville di lusso 100% alimentate a energia rinnovabile. Una soluzione completamente off-grid dove è l’energia del sole a generare la corrente elettrica necessaria per i fabbisogni dei fortunati ospiti. Queste ecoville – a 5 stelle di lusso e 6 stelle di efficienza – fanno parte di un progetto di espansione urbanistica green da 318mila dollari finanziati in parte con fondi pubblici provenienti dal governo federale e dalla Australian Tourism Commission. Una soluzione green in grado di soddisfare due esigenze. Quella di evitare ai facoltosi ospiti il rumore di generatori diesel o i disagi di possibili black-out e quella di incontrare il favore di coloro che desiderano fare vacanze all’insegna dei comportamenti green. Un mercato quest’ultimo in continua crescita. Questo almeno il pensiero di Stephen Lane, proprietario della Sea Dragon Lodge, la ditta di costruzioni realizzatrice dell’opera.
Turismo sostenibile e architettura sostenibile
Distinguere il suo profilo sulla costa di Kangaroo Island è quasi un’impresa, mimetizzato com’è tra la vegetazione. Anche il Southern Ocean Lodge nasce proprio dall’idea di una piena fusione con il paesaggio meridionale australiano, per favorire il turismo sostenibile e ridurre al minimo l’impatto ambientale. Non a caso, la coppia di proprietari, James e Hayley Baillie, ha incaricato del progetto Maw Pritchard, architetto pluripremiato cresciuto proprio sull’isola. E autoctoni sono tutti i materiali da costruzione utilizzati, così come per l’arredamento degli interni sono stati scelti pezzi di artigianato e opere di artisti locali, da Khai Liew a Bruce Gould. Neanche a dirlo, lo chef Tim Bourke usa solo materie prime del posto, dal pesce fresco al formaggio di capra, fino al miele. Gli impianti sono stati utilizzati per farne un ecolodge d’avanguardia: dai pannelli solari per il riscaldamento alla raccolta di acqua piovana, fino al sistema di intercapedini interne per la ventilazione. Ma tra i pezzi forti del progetto c’è di sicuro il panorama mozzafiato che si gode dalle spettacolari vetrate di ciascuna delle 21 suites. Il viaggio su Kangaroo Island dall’Australia non è certamente dei più economici anche se il luogo è suggestivo e ricco di attrattive naturalistiche. I magnifici paesaggi costieri e la notevole biodiversità presente ne fanno una delle mete più desiderate anche se in Australia vi sono luoghi magnifici anche in località infinitamente meno conosciute e costose.
Non solo vip
Essendo una delle maggiori icone turistiche dell’Australia, nonché la sua terza più grande isola, Kangaroo Island è ormai pronta a staccare la spina, quella che la lega alla terraferma, si intende. Parliamo non solo dei vip, ma degli oltre 4mila abitanti che si sentono pronti a lasciare un segno nella storia australiana passando a un’alimentazione al 100% a base di energie rinnovabili, sia per la fornitura elettrica che per i trasporti. Il gestore di rete ha lanciato una call per l’invio di proposte che sappiano sfruttare al meglio le risorse energetiche naturali del territorio. Fotovoltaico, eolico, biomasse e anche l’energia oceanica dovranno essere messe a frutto in un mix tecnologico che contempli anche impianti di stoccaggio e software intelligenti per la gestione della domanda elettrica. L’obiettivo? Tagliare i cavi di connessione con la terraferma, rendendosi autosufficiente. Attualmente l’energia è consegnata da un vecchio elettrodotto sottomarino, lungo 15 km, ormai prossimo alla pensione, che ha aperto per il gestore, la South Australia Power Networks, due possibilità: sostituire la rete con un nuovo cavo o riflettere su alternative offgrid. A sostegno del “taglio dei fili” con la terraferma è arrivato anche uno studio dell’Istituto Sustainable Futures dell’Università di Sydney. I ricercatori dell’ateneo si sono presi l’incarico di esaminare le più recenti innovazioni tecnologiche in materia di rinnovabili e valutare quale potrebbe essere la soluzione migliore per la comunità dell’isola. «Se possiamo dimostrare che l’energia rinnovabile è tecnicamente ed economicamente praticabile per Kangaroo Island, sarebbe un potente precedente per tutte quelle comunità in Australia che stanno cercando di sviluppare le proprie risorse energetiche rinnovabili», spiega Chris Dunstan, direttore del progetto. Già all’inizio di quest’anno, l’istituto aveva redatto un piano provvisorio che proponeva 8MW di turbine eoliche, 4 MW di fotovoltaico a terra e 4 MW di fotovoltaico su tetti e coperture, con un sistema di storage per altri 3 MW. Un nuovo paradigma energetico a beneficio non solo dei 4600 abitanti, ma anche degli oltre 200mila visitatori che ogni anno il turismo dell’isola accoglie. «Se l’idea funziona – sostiene il CEO del Consiglio dell’Isola Andrew Boardman – si potrebbe fornire un modello da seguire». Kangaroo Island non rientra tra le mitiche mete d’Australia, quelle che riempiono pagine di cataloghi patinati o sogni di turisti e viaggiatori, ma conserva intatto il fascino di una terra magnetica: tanti giramondo incapaci di vivere in una fissa dimora si sono trovati a passare da queste parti e qui hanno finito di viaggiare. Già, perché quest’isola è il luogo giusto per fermarsi, liberarsi dai condizionamenti della società civile e costruirsi una vita a misura d’anima. Nel 1802, quando i primi occidentali, il capitano inglese Matthew Flinders e i suoi uomini, vi sbarcarono, l’isola era disabitata da millenni. C’erano soltanto i canguri, che si muovevano senza timore intorno ai marinai. Poco più di due secoli dopo Kangaroo Island, non è più deserta ma la varietà infinita di animali è rimasta, con specie estinte in altre parti del mondo che qui continuano a vivere al riparo da parassiti e inquinamento, anche grazie ai buoni propositi dei suoi abitanti.